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giovedì 2 aprile 2015

Papa Francesco UDIENZA GENERALE 1° aprile 2015 - Foto, testo e video


 1° aprile 2015 

In una giornata romana piena di sole il Papa ha fatto il suo ingresso nella piazza San Pietro sulla jeep bianca, alle 9.40, per il consueto bagno di folla come di consueto non sono mancati baci e carezze a tanti bambini. Tra di loro, anche una bimba molto piccola interamente vestita di bianco, per accarezzare la quale il Papa ha fatto fermare la “papamobile”. Una sosta speciale anche per salutare una donna, dai tratti sudamericani, che portava sul braccio rosari colorati. In mezzo agli 11mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro hanno fatto capolino anche grosse “emoticon” di cartone, colorate in giallo. Le “faccine”, sorridenti nelle loro infinite varianti - sono quelle che di solito vengono usate sui “social” - e sono state issate sopra le teste dei presenti da un fantasioso gruppo di giovani. Presenti anche una quarantina di fedeli argentini, riconoscibili grazie alla bandiera bianca e azzurra. Durante il giro, il Papa ha anche afferrato al volo una maglietta rossonera che qualcuno ha lanciato dalle transenne. Una ragazza ha cercato di far arrivare al Pontefice una “mega busta” da lettere intestata a lui.






Il Triduo Pasquale

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Domani è il Giovedì Santo. Nel pomeriggio, con la Santa Messa “nella Cena del Signore”, avrà inizio il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, che è il culmine di tutto l’anno liturgico e anche il culmine della nostra vita cristiana.
Il Triduo si apre con la commemorazione dell’Ultima Cena. ...

Poi, dopodomani, nella liturgia del Venerdì Santo meditiamo il mistero della morte di Cristo e adoriamo la Croce. ... Gesù, col suo Sacrificio, ha trasformato la più grande iniquità nel più grande amore.

Nel corso dei secoli ci sono uomini e donne che con la testimonianza della loro esistenza riflettono un raggio di questo amore perfetto, pieno, incontaminato. Mi piace ricordare un eroico testimone dei nostri giorni, Don Andrea Santoro, sacerdote della diocesi di Roma e missionario in Turchia. 
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Il Sabato Santo è il giorno in cui la Chiesa contempla il “riposo” di Cristo nella tomba dopo il vittorioso combattimento della croce. Nel Sabato Santo la Chiesa, ancora una volta, si identifica con Maria: tutta la sua fede è raccolta in Lei, la prima e perfetta discepola, la prima e perfetta credente. Nell’oscurità che avvolge il creato, Ella rimane sola a tenere accesa la fiamma della fede, sperando contro ogni speranza (cfr Rm 4,18) nella Risurrezione di Gesù.

E nella grande Veglia Pasquale, in cui risuona nuovamente l’Alleluia, celebriamo Cristo Risorto centro e fine del cosmo e della storia; vegliamo pieni di speranza in attesa del suo ritorno, quando la Pasqua avrà la sua piena manifestazione.

A volte il buio della notte sembra penetrare nell’anima; a volte pensiamo: “ormai non c’è più nulla da fare”, e il cuore non trova più la forza di amare… Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell’amore di Dio: un bagliore rompe l’oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è “più notte”, è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell’amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! 
In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice “ormai…”, ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con Lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana.
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Guarda il video della catechesi

Saluti:
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. ... A tutti auguro che il Triduo Pasquale, centro della fede e della vita della Chiesa, sia occasione per entrare pienamente nel mistero della morte e risurrezione di Gesù.

Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domani ricorre il decimo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II: il suo esempio e la sua testimonianza sono sempre vivi tra noi. Cari giovani, imparate ad affrontare la vita con il suo ardore e il suo entusiasmo; cari ammalati, portate con gioia la croce della sofferenza come egli ci ha insegnato; e voi, cari sposi novelli, mettete sempre Dio al centro, perché la vostra storia coniugale abbia più amore e più felicità.


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