Le "carezze" pasquali di Papa Francesco
Città del Vaticano, ore 20.10, a pochi metri dalla Porta di Sant'Anna. Un furgone Ducato Fiat di colore grigio con il bagagliaio zeppo di cibo in scatola, latte, succhi, cassette di frutta, kit con spazzolino e dentifricio. Un piccolo gruppo di persone prima di salirvi recita il Padre Nostro. Ci sono due vescovi - uno eletto ma non ancora consacrato - insieme a delle suore e a cinque guardie svizzere fuori servizio, in jeans e giubbotto. Sta per iniziare l'ultimo atto di una giornata che abbiamo trascorso nella Roma più nascosta, quella degli «invisibili»: i senzatetto che vivono per la strada. Poveri che la Chiesa, le parrocchie e le associazioni della città, come per esempio la comunità di Sant'Egidio, hanno sempre aiutato e continuano ad aiutare in tanti modi. Ma che ora sono diventati il centro dell'attenzione: iniziative che si moltiplicano, il contagio della carità. Francesco non soltanto ha aperto per loro un servizio doccia sotto il colonnato, da dove inizia il nostro viaggio, ma li ha anche coinvolti nella distribuzione dei piccoli vangeli o dei libretti di preghiere regalati ai pellegrini dopo l'Angelus. E li ha voluti invitare a visitare la Cappella Sistina, accogliendoli personalmente e dicendo loro: «Questa è casa vostra!».
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Gli occhi del mondo sono sul Colosseo, sulla Croce illuminata dalle fiaccole, per la Via Crucis nel Venerdì Santo del Signore. Ma a Roma c’è anche il buio delle sue stazioni, rifugi e dormitori di tanti poveri soli. Papa Francesco lo sa e infatti non li dimentica. Come l’anno scorso, nella stessa ora in cui si ricorda la Passione del Signore, mons. Krajewski e mons. Ravelli portano a circa 300 uomini e donne il pensiero del Santo Padre. “Una piccola carezza”: dicono, consegnando le buste nelle quali c’è un biglietto di auguri pasquali, l’immagine del Papa e una somma di denaro. La gioia è fatta di sorpresa, di commozione, di euforia. In molti baciano la foto di Francesco, chiedono di ringraziarlo personalmente, altri sono stupiti del suo pensiero e corrono da chi non ha ancora ricevuto il dono per informarli del regalo del Papa. Altri ancora nascondono la somma sotto la camicia, per custodire il prezioso tesoro. In tutte le più grandi stazioni di Roma e vicino San Pietro la stessa scena fino a mezzanotte e mezza quando l’auto dell’Elemosinerie rientra in Vaticano. “Seguendo Cristo sulla via della carità noi seminiamo speranza”: mai le parole di Papa Francesco, in questa notte, risuonano così vere. (fonte: Radio Vaticana)
Le storie di chi va a sbarbarsi e a tagliarsi i capelli nella barberia vaticana e a usufruire delle docce inaugurate un mese e mezzo fa sotto il colonnato di Piazza S. Pietro in Vaticano. Chi è precipitato sul lastrico e ha perso il lavoro, chi non ce l'hai mai avuto, chi è vagabondo, solo o con una famiglia al seguito.. Italiani, stranieri. Gente con degli stracci addosso, ma anche persone ben vestite, comunque senza fissa dimora. Tutti che cercano dignità e speranza. Qui trovano accoglienza, cura, decoro.
La testimonianza di un giovane romano volontario dell'Unitalsi, Giorgio Serpi, che racconta una mattina di servizio in ascolto di questi utenti.
La testimonianza di Isabel e Fabio, due delle 12 persone a cui Papa Francesco ha lavato i piedi per la tradizionale cerimonia dopo la Messa "in Coena Domini" a Rebibbia.
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Vedi i nostri post precedenti:
- Perché clochard e poveri ritrovino dignità dopo le docce, da oggi in Vaticano anche barba e capelli.
- La “carezza” di Papa ai 150 senzatetto alla Sistina "Benvenuti nella casa di tutti, la vostra casa dove le porte sono sempre aperte per tutti” (cronaca, interviste, foto e video)
- Il Giovedì Santo di Papa Francesco: Santa Messa in Cena Domini (foto, testi e video)