GMG Rio2013
25/7/2013
Alle 9,45, ora locale, il Pontefice si è recato al "Palácio da Cidade" di Rio de Janeiro, dove è stato accolto all'ingresso d'onore dal sindaco Eduardo Paes. Nel salone centrale dell'edificio Francesco ha incontrato alcuni atleti particolarmente rappresentativi dello sport brasiliano tra cui Zico e Neymar. Dopo essersi affacciato dal balcone, ha ricevuto dal sindaco le chiavi della città e ha benedetto le bandiere ufficiali dei giochi olimpici e paraolimpici, esposte sui loggiati laterali. Oltre ai mondiali di calcio del 2014, infatti, il Brasile ospiterà nel 2016 anche la XXXI edizione delle Olimpiadi.
A ricordo di tale evento al pontefice è stata regalata la prima maglietta dei prossimi giochi.
A ricordo di tale evento al pontefice è stata regalata la prima maglietta dei prossimi giochi.
Francesco ha approfittato dell'evento per lanciare un tweet sullo sport:
Che lo sport sia sempre uno strumento di scambio e di crescita; mai di violenza e di odio. #Rio2013 #JMJ
Lasciato il "Palácio da Cidade" il Papa ha raggiunto Varginha, che fa parte della più ampia “favela” di Manguinhos. Dal 2012 Varginha è definita una realtà "pacificata" a seguito delle numerose operazioni di lotta al narco-traffico e di promozione sociale. Durante il percorso in jeep Francesco ha salutato più volte le persone, assiepate lungo i bordi delle strade, e baciato numerosi bambini.
“Non pensavamo che il Papa venisse qui”. È grande la sorpresa degli abitanti della comunità di Varginha, la favela visitata da Papa Francesco in uno dei quartieri più malfamati di Rio. La zona è soprannominata “La striscia di Gaza” a causa della forte presenza di criminalità e per l’uso di crack. Un cartellone appeso su un palo dà il benvenuto al Pontefice: “Bienvenido a nossa comunidade Papa Francisco”. È dalle cinque di mattina che gli abitanti lo aspettano, pregando e cantando.
Arriva nella favela Varginha, la «Striscia di Gaza» di Rio de Janeiro, con la sua utilitaria targata SCV1: l'auto più piccola è diventata l'ammiraglia del corteo papale. S'avventura a piedi tra le baracche, noncurante della pioggia, avvolto e quasi travolto dall'incontenibile affetto della gente.
Nessun protocollo, nessuna etichetta, pochi preti al seguito, tante persone comuni. Abbraccia chiunque, ascolta tutti, si lascia tirare da una parte e dall'altra. Riceve doni, magliette colorate, fotografie. Asciuga le lacrime della mamma che tiene tra le braccia una bambina gravemente handicappata avvolta in una coperta rosa.
Le immagini della visita del Papa nella favela, dove vivono oltre 1550 persone, comunicano l’entusiasmo travolgente dei fedeli. Al suo arrivo, il Papa, appena sceso dalla Jeep, è stato accolto da una missionaria della carità che gli ha messo al collo una ghirlanda di fiori. La prima tappa della sua visita è stata rivolta alla piccola cappella della favela, la parrocchia di São Jerônimo dove Francesco ha benedetto l’altare: una costruzione molto simile alle baracche in legno e mattoni che la circondano che opera come un faro di luce che da anni si prende cura dei più giovani. Ci sono anche le suore di Madre Teresa che dal 1962 vivono nella favela, povere tra i poveri. Successivamente, Papa Francesco è entrato dentro la casa di una famiglia.
Erano sette le famiglie sorteggiate per essere visitate dal Papa, scelte per alcune situazioni particolari: la nascita di due gemelline, la presenza di una donna anziana di 82 anni, una famiglia con tanti figli.
“È una grande emozione che Papa Francesco venga qui a benedire le nostre case - dicono gli abitanti -. Ci aspettiamo che l’attenzione mediatica data da questa visita faccia anche migliorare le nostre condizioni di vita”. Imponente è il servizio d’ordine, anche se l’atmosfera a Varginha è serena e gioiosa.
Il Papa si è trattenuto per circa 15 minuti all'interno della baracca in cui, ha visitato una famiglia. In un ambiente di 4 metri per 4, ha riferito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, erano radunate più di 20 persone. Francesco ha preso in braccio e benedetto ognuno dei bimbi presenti. Tutti insieme adulti e bambini hanno poi recitato con il Papa il Padre Nostro e l'Ave Maria. Si respirava, ha riferito Lombardi, un clima di grande emozione.
A tutti i costi Francesco ha voluto inserire la visita alla favela nel suo programma. Come riportano i media, un modo per dimostrare il suo desiderio di stare vicino alle persone più povere e più sofferenti: portare una testimonianza diretta per far uscire la Chiesa dalle sue mura e stare vicino alla sua gente. La favela è un luogo dove c’è tanta povertà e che Francesco ha voluto toccare con le proprie mani per abbracciare tutte le realtà nella Giornata mondiale della Gioventù.
Il Papa tra gli ultimi delle favelas Varginha
Il Pontefice è salito su un palco improvvisato nel campo di calcio della Favela dove ha tenuto un discorso commovente, affettuoso e colmo di umanità, e nel quale ha parlato della grande ospitalità brasiliana.
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Al termine della visita alla favela di Varginha Francesco ha raggiunto la cattedrale di Rio, per incontrare i giovani argentini. L'appuntamento non era previsto ma è stato fortemente voluto da Bergoglio, desideroso d'incontrare i suoi connazionali.
In 5mila, dopo aver trascorso la notte in basilica, hanno accolto l'ex arcivescovo di Buenos Aires, sventolando bandiere argentine e acclamando il pontefice.
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