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domenica 22 luglio 2012

XVI domenica del tempo Ordinario Anno B - Commento al Vangelo di Enzo Bianchi

XVI domenica del tempo Ordinario Anno B
Mc 6,30-34

Di ritorno dalla missione gli apostoli “si riuniscono attorno a Gesù e gli riferiscono tutto quello che hanno fatto e insegnato”. Essi hanno continuato l’attività e la predicazione di Gesù (cf. Mc 6,6), sono stati intimamente associati alla sua autorevolezza, e ora Gesù stesso li vuole soli con lui, lontani dalla folla. Gesù è davvero il pastore che vigila sul “piccolo gregge” (Lc 12,32) della sua comunità e, come tale, chiama i suoi discepoli al riposo: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. E Marco aggiunge un’annotazione umanissima: “era molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare”.
“In disparte”: questa espressione non indica solo un luogo di riposo a cui Gesù invita i Dodici, ma designa un vero e proprio ritiro nella sua intimità, per rinsaldare e rinnovare il legame con lui, non solo per ritemprarsi in vista della missione. Si tratta cioè semplicemente di “stare con Gesù” (cf. Mc 3,14), di vivere con lui momenti di comunione gratuita, senza alcuno scopo che non sia quello di dimorare con il Signore della propria vita. È Gesù stesso che dà l’esempio a coloro che chiama alla propria sequela, cercando costantemente di approfondire la sua comunione con il Padre: egli si sveglia all’alba, si reca in luoghi solitari e prega (cf. Mc 1,35; Mc 6,46), resta in luoghi deserti (cf. Mc 1,45); i suoi discepoli devono imitarlo, facendo tesoro della parabola del granello che, una volta seminato, cresce da sé anche quando l’agricoltore riposa (cf. Mc 4,26-27).
Ma per gli apostoli, come per Gesù, il riposo talvolta può diventare impossibile. Già in precedenza il ritiro nel deserto non era stato sufficiente a proteggere Gesù dall’accorrere delle folle (cf. Mc 1,45); qui il segreto progetto di sosta viene scoperto nonostante la partenza su una barca per l’altra riva del lago: il riposo di colui che annuncia il Regno è tanto necessario quanto incerto, e il discepolo deve mettere in conto il fallimento dei propri progetti, esercitandosi all’arte di assumere l’imprevisto. Sì, il riposo sarà certo nel tempo escatologico, nel sabato eterno (cf. Eb 4,9-11; Ap 14,13), ma sulla terra rimane sempre aleatorio…

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