REPORT - "Il prodotto sei tu" - Milioni di Gigabytes delle nostre informazioni personali scalpitano per uscire dai corral delle fattorie di server californiane. I nostri nomi e cognomi, indirizzi, numero di cellulare, gusti, preferenze sessuali e d’acquisto, vogliono correre liberi nelle praterie della Rete dove i pubblicitari non vedono l’ora di prenderle al lazo e Facebook ha il compito di trattenerli. Ma ci riesce sempre? E Google, cosa sa di noi e cosa se ne fa delle informazioni che raccoglie?
L'appuntamento ce lo siamo dati un po' in tanti, ieri sera, per vedere l'annunciata e attesissima puntata di Report su Facebook, Internet e le trappole del web. Ma con quest'incursione nel mondo della rete – paradossalmente la stessa rete che l'ha consacrata, consegnandola al successo - Milena Gabanelli sembra essersi giocata un bel po' di credibilità. Almeno, questo è quello che pensano migliaia di fan di Report, che non hanno gradito la puntata dedicata a Internet: troppo superficiale – hanno scritto i telespettatori infuriati - confusa e anche un po' “terroristica”. Pollice verso, insomma.
«Noi non abbiamo fatto una puntata per la rete, che conosce benissimo e sa tutto - ha replicato a l'Unità Milena Gabanelli -noi abbiamo portato in una tv generalista un argomento che di solito viene discusso in rete tra competenti. Abbiamo dovuto ovviamente adattare il linguaggio, semplificare, ma penso che il servizio sia stato molto utile per tanti genitori e per tanti frequentatori che molte informazioni non le hanno. Mai detto che bisogna prendere le distanze dai social network, che non sono giochini, questo no – ha chiosato – io più volte ho detto che la democrazia e la libertà in rete sono valori assoluti. Ma la puntata, andata in onda su una tv , era rivolta a tutti, e non solo agli addetti ai lavori».
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Infuria la polemica sul Web per la puntata di "Report", ma la tv generalista è come i giornali... si rivolge a un pubblico che non conosce Internet
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Il Pontificio Consiglio della Cultura e quello delle Comunicazioni sociali hanno organizzato un incontro il 2 maggio per favorire un dialogo tra blogger, cioè tutti coloro che sono autori di uno spazio autogestito sul web, e rappresentati della Chiesa. Obiettivo: condividere le esperienze maturate su Internet e capire meglio le esigenze della comunità virtuale che si raccoglie intorno alla Chiesa.
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Dio è presente nei blog? In realtà negli ultimi 10 anni non sono mancate idee stimolanti o, comunque, curiose. Una di queste è la «teoblogia» (theoblogy), frutto del blogging theologically, di un «bloggare teologico».
Leggi tutto: God on Blog. C’è Dio nella blogosfera?
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