Si svolge oggi e domani a Napoli la VII Giornata di studio sulla Storia del Cristianesimo, promossa dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale-Sez. San Luigi e dall’Istituto di Storia del Cristianesimo “Cataldo Naro”, sul tema “Martiri per la giustizia, martiri per il Sud: Livatino, Puglisi, Diana, uccisi non per errore”. Il convegno si apre con la commemorazione di mons. Cataldo Naro (1951-2006), studente della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, storico della Chiesa, arcivescovo di Monreale; intervengono il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, il padre gesuita Vincenzo Corradino e studenti della Facoltà Teologica medesima. Nella seconda giornata dei lavori, le relazioni del mattino saranno incentrate sulle testimonianze lasciate da don Pino Puglisi, don Giuseppe Diana e dal giudice Rosario Livatino, evocate rispettivamente da Giuseppe Bellia, docente di Teologia, Sergio Tanzarella, docente di Storia della Chiesa e Raffaele Cantone, magistrato, con un’introduzione su “martirio, martiri e teologia” di Massimo Naro, teologo, fratello del compianto arcivescovo, ricordato in altra sessione del convegno. Nel pomeriggio si aprirà una tavola rotonda sul martirio nel XX secolo, animata da professori della Facoltà Teologica dell’Italia meridionale e coordinata da Antonella Palermo, giornalista della Radio Vaticana. Seguirà la parte conclusiva dell’incontro di studio dal titolo “Non eroi, ma martiri: la Chiesa sulla frontiera”, che proporrà un dialogo tra il padre gesuita Roberto Del Riccio e mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta. (Fonte: Radio Vaticana)
«Chiamare martiri quanti nel nostro tempo testimoniano la loro fedeltà a Cristo fino all’effusione del sangue a motivo della giustizia o dell’amore al prossimo o della difesa dei decisivi valori umani significa indicare "moderni" modelli di santità». Così si esprimeva monsignor Cataldo Naro, che fu vescovo di Monreale e promotore nel 2005, un anno prima di morire, del progetto «Santità e legalità» per un impegno cristiano di resistenza alla mafia. Un’affermazione forte, che è stata ripresa, circostanziata e dettagliata, nel documento Cei Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno del 21 febbraio 2010, in cui si sottolinea che negli ultimi anni «luminose testimonianze... ribellandosi alla prepotenza della malavita organizzata hanno vissuto la loro lotta in termini specificamente cristiani».