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mercoledì 19 luglio 2017

Salvatore Borsellino: ''Via d'Amelio strage nata da complicità mafia-pezzo deviato Stato''

Salvatore Borsellino: 
''Via d'Amelio strage 
nata da complicità 
mafia-pezzo deviato Stato''








“Non inventeranno mai una bomba che uccida l’amore”. E’ così, agenda rossa in mano, che Salvatore Borsellino ha concluso l’incontro organizzato da ANTIMAFIADuemila, in collaborazione con Contrariamente e Agende rosse, a 25 anni dalla strage di via d’Amelio. “Venticinque anni sono passati dalla strage di via d’Amelio, nata da complicità mafia-pezzo deviato Stato. Mio fratello è morto a 52 anni, così come il fratello di mio padre e mio padre”. Il fratello del giudice, nel suo intervento, ha letto la postfazione che ha scritto per il libro di Aaron Pettinari, “Quel terribile '92” (curato da Pietro Orsatti ed edito da Imprimatur).
“Venticinque anni e non puoi più dimenticare - scrive in un passaggio - Perché tuo fratello è andato in guerra ma ad ucciderlo non è stato il fuoco del nemico che era andato a combattere, ma il fuoco di chi stava alle sue spalle, di chi avrebbe dovuto proteggerlo, di chi avrebbe dovuto combattere insieme a lui. Venticinque anni e non c’è tempo per piangere. Non è tempo di lacrime perché è solo tempo di combattere per la Verità e per la Giustizia, per quella Giustizia che viene invece irrisa, vilipesa, calpestata da un depistaggio durato per l’arco di ben tre processi. Un depistaggio ordito da pezzi deviati dello Stato ma avallato da magistrati che avrebbero dovuto rigettarlo, tanto era inverosimile che potesse essere stato affidato ad un balordo di quartiere il compito di uccidere Paolo Borsellino. E poi un quarto processo nel quale si pretendeva di processarne la vittima accusandolo delle calunnie a cui era stato costretto con torture di ogni tipo da pezzi di uno stato deviato che, per occultare la Verità, nasconde nelle sue casseforti un’Agenda Rossa, sottratta dalla macchina di Paolo ancora in fiamme”.
Ed infine ha concluso: “Venticinque anni e non so quanti anni ancora mi restano per obbedire al giuramento fatto a mia madre, ma una sola certezza: che il sogno di Paolo non morirà mai, perché era soltanto un sogno d’amore”.
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A 25 DALLA STRAGE DELLA VIA D’AMELIO

“Dobbiamo ricordare il coraggio della verità, il dovere della verità di Paolo Borsellino”
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera

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Noi non conosciamo la verità di molte storie! Circa il 70% delle vittime innocenti uccise dalla mafia aspettano giustizia!!
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Dobbiamo fare in modo che la memoria non diventi retorica, ma sia una memoria viva, concreta.
Soprattutto credo che la più grande riforma che bisogna fare oggi nel nostro paese è un’autoriforma: è la riforma della nostra coscienza. Perché abbiamo bisogni di più, molto di più, di cittadini responsabili, non di cittadini ad intermittenza.
Ma è necessaria anche una risposta sociale …
Breve estratto video tratto da “Uno Mattina Estate” del 18.07.2017
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