Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mt 10,37-42
Si chiude con questi versetti il "Discorso Apostolico", il secondo dei cinque grandi discorsi attraverso i quali l'evangelista Matteo presenta il suo Vangelo. Il Regno di Dio è solo questione d'amore: amore per il Padre che ha inviato il suo Figlio per la nostra salvezza; amore per Gesù che ha condiviso e spezzato con noi la sua vita fino a morire; amore per tutti i fratelli che sono l'icona vivente di quel Dio Trinità che è tutto e soltanto Amore.
Siamo davvero degni di Gesù, adatti a far parte del Regno, solo se amiamo come Lui ci ama. Ma amare non è l'espressione di un sentimento passeggero: amare significa scegliere, coinvolgersi totalmente, decidersi per Gesù e per il suo Regno di giustizia. Amare è mettere in gioco ogni cellula del nostro essere senza tralasciare alcun aspetto della vita. Amare costa lacrime e sangue, fino al dono totale di sé, fino all'infamia della croce, atroce supplizio che ci espone al ludibrio del mondo, che fa di noi dei "maledetti da Dio"(Gal 3,13; Dt 21,23) condizione senza la quale non possiamo dirci cristiani. La vita, dono gratuito di Dio, siamo chiamati a perderla "perché vivere è amare, e amare è far dono della vita, che non viene buttata via per disprezzo, ma donata per amore del Figlio e del Regno"(cit.).