Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mt 13,1-23
Il cap.13 è il terzo dei cinque grandi discorsi attraverso i quali l'evangelista Matteo presenta alla sua comunità l'evento Gesù: è il "Discorso Parabolico". Per mezzo di sette similitudini, narrate in forma di parabole, Gesù manifesta l'azione vivificatrice del Padre nella storia degli uomini, introducendo i suoi discepoli alla conoscenza dei "Misteri del Regno", alla comprensione cioè del grande progetto d'amore di Dio sul mondo. Le parabole aiutano a fare discernimento utilizzando un linguaggio umano preso dalla vita di tutti i giorni, attraverso di esse Gesù intende comunicare le modalità attraverso le quali Dio legge e interviene nella nostra contraddittoria realtà.
Il Regno infatti non è ancora pienamente compiuto e non ha uno sviluppo apparentemente vittorioso,
dovendo sempre fare i conti con il male e con il rifiuto ostinato degli uomini, che anzi sembra fallire.
"Ma il Regno che Gesù presenta non è secondo le attese degli uomini, discepoli compresi. Noi vorremmo un bene incontrastato, visibile ed efficiente, invece è combattuto, nascosto e insignificante,
addirittura fallimentare" (cit.). Nonostante ciò, "il Seminatore" non si risparmia e sparge a piene mani il seme della Parola della Vita nel cuore dell'uomo, anche quando questo cuore è duro come la roccia e arido come il deserto. Sa bene che, se la Parola viene ascoltata e accolta, essa è in grado di penetrare la dura scorza del nostro male e di convertire le pietraie del nostro deserto in terra buona, vergine e feconda . Nella consapevolezza che la morte stessa, che noi temiamo più di ogni altra cosa, non annienta il seme ma ne attiva le potenzialità, "come il Figlio dell'Uomo, gettato nel cuore della terra, di ogni uomo, segno e seme di Vita per tutti " (cit.)