La povertà non è un reato, lo dice la Cassazione,
ma anche il buon senso di un’Italia solidale
di Andrea Riccardi
La povertà non è un reato. E quindi non si può colpevolizzare o, peggio, punire con una multa o addirittura con misure giudiziarie, chi vive e dorme per strada. Così ha deciso la Corte di Cassazione salvando un clochard di Palermo dall'ingiusto pagamento di una salatissima ammenda che gli aveva inflitto un tribunale sulla base di un'ordinanza del Comune. La colpa? Dormire all'aperto, riparato da cartoni.
C'è già chi parla di sentenza "buonista". Ma in realtà, oltre ad esprimere il buon senso comune, non fa altro che ripetere pubblicamente una verità che spesso amiamo nascondere: esiste anche in Italia un popolo di senza dimora, uomini e donne di diversa età che vediamo e incontriamo ogni giorno e che, a seconda delle circostanze e delle persone, suscitano reazioni diverse. Ignoriamo, commiseriamo, respingiamo, facciano finta di non vedere. Oppure ci fermiamo, ascoltiamo, cerchiamo di fare qualcosa là dove le istituzioni non riescono, per assenza o inefficacia.
Il secondo atteggiamento è quello vincente: lo abbiamo visto durante l'emergenza freddo dello scorso inverno, quando l'offerta di aiuto per i senza dimora ha fatto argine all'indifferenza e certamente ha contribuito a salvare tanti con una mobilitazione che non ha conosciuto precedenti nel nostro paese. Un fenomeno che dimostra tre cose: che esiste un'Italia "buona" (non buonista), che tutti possiamo fare qualcosa per chi è in difficoltà e che le istituzioni dovrebbero impegnarsi di più, visto che il "popolo" dei senza dimora in Italia non è una folla, come in altri paesi del Nord del mondo: circa 50 mila persone in tutto, in gran parte italiani, rimasti indietro per tante ragioni diverse fra loro, economiche o familiari.
Restano per tutti una domanda aperta, una ferita da sanare nella nostra società. Si può e si deve fare di più per integrarli. Anche d'estate, quando la solitudine e l'isolamento sociale, specialmente nelle grandi città, possono fare male quanto il freddo dell'inverno.
(fonte: Huffington Post)