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lunedì 19 dicembre 2011

"La vera maternità è nell’ascolto che accoglie l’altro" di Silvano Fausti

Stefania Pennacchio, «Maternità»
La maternità della vergine Maria, dicevano gli antichi, sta nell'orecchio prima che nel ventre. Proponiamo il famoso brano evangelico dell’Annunciazione nella lettura del biblista gesuita Silvano Fausti, che si sforza di riscattarlo dallo scontato per farne emergere il significato profondo e attuale. «La sterilità, la non fecondità rappresenta il dramma dell’uomo che non ha futuro. Maria ha già capito: il futuro non riesco a farmelo io, il mio futuro è l’altro e l’altro non posso farlo, posso solo accoglierlo».

La vera maternità è ascoltare. È ascoltando che concepisci l’altro, ti entra e poi vivi di lui. È la vera concezione l’ascolto. La maternità della vergine Maria, dicevano gli antichi, sta nell'orecchio prima che nel ventre. 
Siamo abituati a considerare Maria come un caso strano, unico. Di lei si dice che è “Madre della Chiesa”: perché i figli hanno in comune con la madre il fatto di essere uguali alla madre, altrimenti non sono figli. Quindi, ciò che si dice di Maria è ciò che capita a ciascuno di noi.
Il brano evangelico dell’Annunciazione è molto noto, e in qualche modo bisogna riscattarlo dallo scontato, in modo da avere occhi e orecchi e cuore nuovo per lasciarsi sorprendere dal suo significato profondo e attuale. Il racconto di Maria ci dice anche come ci si accosta alla Parola: l’autore lo pone all'inizio del Vangelo per dire come la Parola si realizza in ognuno.


Il testo è una sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa di San Fedele in Milano. 
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