Fino a qualche settimana fa non mi ero mai occupato del Progetto Culturale, né il Progetto Culturale si era mai occupato di me. Avremmo vissuto tranquillamente, credo, ignorandoci reciprocamente. Poi l’invito dei promotori di questo convegno mi ha progressivamente convinto che sarebbe stato opportuno interessarsi ed approfondire questo argomento.
Io sono uno storico e quindi di solito mi interesso di persone morte. In questo caso, invece, si tratta di studiare persone vive, almeno anagraficamente. Ci proverò, dividendo la mia relazione in quattro parti...
... A cosa dovrebbe rispondere il Progetto Culturale così come gli stessi vescovi lo hanno disegnato nei loro documenti?
Si tratterebbe di aiutare lo sviluppo nella cultura italiana di vaccini tali da rendere, su alcuni temi centrali per la vita degli esseri umani, inaccettabili tutte le forme di persecuzione, di indifferenza, di cinismo sistemico oggi imperanti; si tratterebbe di contrastare il dilagante egoismo e il culto dell’effimero non solo nelle loro ultime conseguenze ma nella elaborazione originaria che deriva da una politica nazionale che promuove, non da oggi, il principio della competizione, del successo, dell’acquisto del consenso, dell’imbonimento televisivo e pubblicitario. Un Progetto Culturale dovrebbe fornire gli strumenti per smascherare l’inganno, la frode, la volontà di non far crescere il senso critico dei cittadini e la loro autonomia di coscienza. Questo può dare un Progetto Culturale. Servirebbe a rendere impossibile, impensabile, ingiustificabile: l’evasione fiscale e l’esportazione dei capitali all’estero; il contagio del male attraverso l’agire di chi è investito di responsabilità pubblica; Il lavoro nero o il lavoro sottopagato; il rifiuto e persecuzione dei migranti; la mercificazione delle donne; le mafie e le camorre; la violazione dei diritti umani e lo stato di degrado delle carceri; la guerra e il commercio armi...
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IL PROGETTO CULTURALE DI RUINI NELLA SITUAZIONE ITALIANA OGGI di Sergio Tanzarella