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venerdì 18 novembre 2011

Il governo Monti e l'impegno dei Cattolici

E' scoppiata l'emergenza. L'Italia è a rischio di bancarotta e di recessione, ma può ancora farcela a risalire la china, se tutti, ma proprio tutti danno una mano e sono disposti a fare dei sacrifici. Questo è il senso delle parole del capo dello Stato e delle operazioni che ne sono conseguite: le dimissioni del governo e l'incarico di prendere le redini di un governo (chiamatelo come volete: di emergenza, di transizione, sostitutivo della politica) ad un super tecnico come Mario Monti. E lo dicono tutti, sia quelli che hanno dato le dimissioni, sia quelli che le dimissioni le chiedevano da tempo ma non sono corsi a volerli sostituire: lo abbiamo fatto per amore del Paese...
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Il volto di Monti che campeggia nella foto di prima pagina dell’Osservatore romano e l’articolo del fondo del direttore di Avvenire, intitolato “Stagione di speranza”, dicono che Vaticano e Cei, ovvero i cardinali Bertone e Bagnasco, sono entrambi soddisfatti. Per il nuovo governo, non una ma due benedizioni.
Il giornale d’Oltretevere saluta con soddisfazione l’accento messo da Monti su giovani e donne come grandi risorse dell’Italia. L’articolo di Tarquinio dice che la squadra montiana può essere davvero quel governo dei competenti e dei disinteressati di cui c’è tanto bisogno. Ma è vero che il governo Monti è il governo di Todi?


A nostra insaputa il seminario dei cattolici a Todi (17 ottobre, esattamente un mese fa) era un piccolo consiglio dei ministri. Tre volti del nuovo governo Monti parteciparono ai lavori del convegno che mise una pietra sopra al governo Berlusconi e anticipò la richiesta di un governo tecnico. 

Dai cattolici, che siederanno ai banchi del governo, ci si aspetta che sappiano misurarsi con i problemi della modernità con l’indipendenza di un De Gasperi e della migliore tradizione di autonomia della Dc, trovando soluzioni concrete orientate al bene comune. Con l’accento su “comune”. 

Nella formazione del suo governo, il premier Mario Monti ha attinto a piene mani al mondo cattolico. Mentre esplode a Milano lo scandalo della bancarotta del San Raffaele, personalità di primo piano di quel mondo entrano nella compagine di governo. Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio, Lorenzo Ornaghi, alla testa dell'Università Cattolica e vicedirettore dell'Avvenire, Renato Balduzzi, leader del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale),Francesco Profumo, considerato notoriamente vicino al presidente della Cei, cardinal Bagnasco; Paola Severino e Corrado Passera, illustri relatori al convegno di Todi, così come i precedenti.

Un governo di onesti professori borghesi, quasi tutti cattolici, quasi tutti ricchi, guidato da un onesto professore borghese, cattolico e ricco.
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