di Dominique Collin
Recensione di Aldo Pintor
Davvero colpisce il titolo del libro “Il cristianesimo non esiste ancora” (Queriniana, pp. 208, € 22) di Dominique Collin un domenicano francesce che ha scritto quest'opera che consiste in una trattazione profonda su cosa è veramente il Vangelo e questa lettura ci invita a trasformare la nostra fede cristiana da religione a vita. E questa riflessione viene annunciata al lettore da un titolo davvero significativo.
L'autore parte da una frase del filosofo danese Soren Kierkegaard: “Il cristianesimo del Nuovo Testamento non esiste assolutamente. Un cristianesimo senza Vangelo è un simulacro inventato dai cristiani per non dover conformare la loro vita alla parola di Cristo. Il cristianesimo così concepito sembra condannato a occupare un'area marginale della società. Ma molti intuiscono che il Vangelo non ha ancora detto l'ultima parola e quindi potrebbe darsi che il cristianesimo a venire sarà molto più promettente di quanto non configurino tutte le nostre proiezioni di un futuro discretamente desolante. Il Vangelo infatti continuerà ad essere un Buon annuncio per tutto l'avvenire dell'umano. E forse il fatto che non abbiamo ancora ascoltato del tutto questa “buona notizia” spiega perché il Vangelo presenta ancora aspetti inauditi e inediti”.
Questa citazione per quanto lunga illustra molto bene i propositi che si è posto l'autore scrivendo questo libro. Infatti noi avendo alle spalle duemila e più anni di cristianesimo non siamo più abituati a pensare a che scenari ancora non svelati porterebbe una lettura dei Vangeli fatta alla luce dei tempi moderni. Sarebbe una lettura veramente libera e liberante. Infatti il fatto che siamo abituati ai dogmi e alle interpretazioni cristiane e a interpretazioni solite e ripetute delle Scritture spesso ci impedisce di vederne aspetti inediti che sarebbero vivificanti per la fede ai tempi odierni.
A causa di questa assuefazione il cristianesimo rischia di diventare una religione di appartenenza e spesso i gruppi più fondamentalisti la brandiscono per dividere gli occidentali da tutti gli altri nostri fratelli in umanità. E questo rischia di fossilizzarlo e impedire allo spirito di suggerirci letture ulteriori che ci porterebbero avanti in un cammino di umanità profonda. Questo libro può essere definito un invito a far parlare nuovamente il Vangelo. In quanto secondo Dominique Collin “Il Cristianesimo è ciò a cui avvicinarsi senza sosta come impassibile se vogliamo afferrarne qualcosa”. Secondo l'autore “il Cristianesimo di per sé è sempre in ritardo rispetto al Cristo a venire che ci precede sempre sulla via della vita vivente”. Sulla base di questa considerazione, dopo aver letto questo libro, il futuro del cristianesimo è nelle mani di coloro che essendo seguaci di Gesù sapranno trasmettere il Vangelo come “buona notizia” soprattutto con la loro vita e non tanto con una dottrina astratta. Solo vivendo il verbo di Cristo nella vita, si trasmetterà questo messaggio universale che anche nei momenti più bui cova sotto la cenere aspettando il momento più opportuno di diventare fiamma viva.