Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 1,35-42
Fin dal principio Giovanni ci presenta il suo Vangelo come l'incontro tra il Logos increato e l'uomo, in un dialogo sempre crescente e intenso, che condurrà il suo lettore a compiere una profonda esperienza della Parola, che lo accompagnerà a << posare il capo sul petto del Maestro >>, a contemplare la sua dimora e ad abitare con lui. Gesù è l'Agnello di Dio come indicato dal Battista, l'Agnello immolato la notte della liberazione dalla schiavitù di Egitto e il cui sangue è fonte di salvezza per coloro che ne sono segnati (Es 12). Egli è << l'Agnello condotto al macello >> del 4° Canto del Servo sofferente (Is 53,7), l'Agnello sgozzato ma ritto in piedi in mezzo al trono, vivente e risorto, dell'Apocalisse (Ap 5,6). E' lui che dobbiamo seguire, e nessun altro, fino all'ora decima, l'ora della pienezza di vita, l'ora della gioia, del compimento delle promesse, dell'offerta e della consegna totale di sé al Padre e ai fratelli. Solo dopo avere sperimentato nella nostra vita fino a che punto siamo amati, potremo condurre al Signore i nostri fratelli. E il nostro incontro con lui cambierà radicalmente la nostra esistenza, il nostro cuore, i nostri progetti, il nostro nome. Allora non saremo più noi a costruire una dimora a Dio (1Cr 17), ma sarà Dio stesso che verrà a noi e costruirà la sua Dimora in noi (Gv 14,23)