Un nuovo accorato appello agli uomini delle istituzioni e ai cittadini, da parte del missionario laico Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e carità dove accoglie migliaia di senzatetto nelle strutture di via Archirafi e via Decollati, il quale da mercoledì notte dorme sotto i portici della posta centrale di via Roma a Palermo.
Biagio Conte ha scritto una lettera alla città con la quale invita a non essere distaccati verso i bisogni degli ultimi perché l’indifferenza può uccidere. “Vivo un profondo disagio: non riesco a essere tranquillo, non dormo e non riesco nemmeno a mangiare, sapendo che ancora ad oggi tante persone vivono per strada. Tante famiglie sono sfrattate e non hanno la casa, tante persone non hanno un lavoro. La forte indifferenza e il profondo egoismo ancora oggi è molto diffuso e mi inducono a rispondere al male con bene”.
I numerosi senzatetto, morti negli ultimi mesi in un angolo di strada fino al caso di Amor il pomeriggio di Capodanno, sono la prova che qualcosa non va, che le ingiustizie sociali stanno relegando ai margini uomini soli, famiglie con figli, anziani, nell’indifferenza generale. E lui, fratel Biagio Conte, l’uomo che dai primi anni Novanta raccoglie dalla strada chi non ha più nulla, ha deciso di farsi come loro. Così, ha preso un paio di coperte, la Bibbia, il breviario, ha raccolto per strada un bel cartone robusto e ha sistemato il suo giaciglio di protesta sotto i portici delle Poste centrali di via Roma. Proprio dove qualche anno fa emise l’ultimo respiro Vincenzo, un senza dimora che la Missione Speranza e Carità ha assistito e accompagnato verso la morte, facendogli sentire l’affetto e l’attenzione che per una vita gli erano stati negati.
(fonte: Diocesi di Palermo)
L'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha fatto visita lunedì 15 gennaio al missionario laico Biagio Conte che da sei giorni dorme sotto i portici delle Poste centrali in segno di solidarietà per «chi è costretto a dormire all'addiaccio». Monsignor Lorefice ha somministrato l'eucaristia a Biagio Conte e poi ha pregato per lui. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma si è limitato a dire: «Le parole custodiamole nel cuore».
Biagio Conte ha superato i dolori addominali tipici dei primi giorni di digiuno, ma continua a tossire. Non è facile vivere per strada, con solo un cartone tra il proprio corpo e il marmo freddo del pavimento. Ma il missionario laico palermitano è lì, sotto il colonnato delle Poste centrali di via Roma, da mercoledì sera per sensibilizzare la città e le istituzioni sull’urgente problema della povertà, quella estrema che uccide i senzatetto per strada, quella subdola che logora le famiglie e le condanna alla disperazione. «I poveri hanno bisogno di tutti noi, ma anche noi abbiamo bisogno dei poveri, altrimenti saremo infelici», ripete a tutti coloro che vanno a trovarlo, disteso per terra, circondato dai suoi volontari.
E sono tanti i cittadini, ma anche i rappresentanti delle istituzioni, i sacerdoti, che si inginocchiano sui cartoni accanto a lui, per non lasciarlo solo. C’è un fiume di gente che sale la scalinata delle Poste. Palermo sembra rispondere al grido dei poveri, dei senzatetto, dei disoccupati.
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L'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha fatto visita stamattina a Biagio Conte, il missionario laico che da giorni protesta in strada per sensibilizzare Palermo sull'emergenza nuovi poveri. Monsignor Lorefice ha somministrato l'eucaristia a Biagio Conte e poi ha pregato per lui. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma si è limitato a dire: "Le parole custodiamole nel cuore". In città negli ultimi giorni sono morte 3 persone: l'ultimo il giorno di Capodanno. I senzacasa sono 4mila
(fonte: La Repubblica)
Arcivescovo Lorefice fa visita a Biagio Conte in strada
Colloquio riservato, tra le lacrime del missionario laico
«Raccontate quel che vedete». Sono le uniche parole che l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice riserva al cronista di Meridionews, dopo aver terminato questa mattina un lungo colloquio riservato con Biagio Conte. Ben 40 minuti la durata dell'incontro, col missionario laico che si è rivelato un fiume in piena e si è commosso più volte. Un appello, quello dell'arcivescovo, semplice ma non banale in quest'epoca di fake news e presunti fact checking. L'ideatore della missione Speranza e Carità è arrivato al quinto giorno di «abbandono in strada», come lo definisce l'ex cronista napoletano Riccardo Rossi che ha scelto di stare sotto i portici delle Poste Centrali in via Roma insieme a lui.
«Ogni giorno c'è una persona nuova che è qui a dormire - racconta Rossi -. La risposta della città è grande, vengono anche da altri posti: da Catania, da Caccamo, da Villabate, da Piano degli Albanesi, da Messina. È un continuo: persone senza un tetto o senza fissa dimora che vanno a chiedere un aiuto a fratello Biagio, persone che portano i propri figli disabili, persone che vogliono soltanto salutarlo. Dalle 5 e mezzo del mattino fino all'una di notte, è un viavai di gente: dal cardinale in pensione Romeo al sindaco. Biagio ora chiede delle risposte concrete: dalle istituzioni vuole non più solo proclami. La realtà è attualmente di grande disagio: solo a Palermo ci sono tra le 400 e le 500 persone per strada, e anche se i dati sono discordanti fatto sta che sono troppi».
La situazione dei senzatetto nel capoluogo siciliano è nota: soltanto la missione Speranza e Carità accoglie circa 1500 persone. Troppe per quelle che sono le capacità della struttura, secondo molti, con persone che vengono sistemate in un sottoscala pur di fornire loro un tetto sopra la testa. Il rischio spesso è che nell'emergenza l'unico supporto che si riesca a fornire sia quello della mera assistenza. Da tempo in città qualcosa si muove: l'assessore alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina è molto attento alla questione e, pur con poteri limitati, sta organizzando la macchina comunale su questa priorità. Sono tante poi le associazioni e i volontari che ogni notte provvedono a dare una coperta e un piatto caldo a chi dorme e vive per strada. Mentre da tre mesi si è costituita l'assemblea permanente contro il disagio sociale e abitativo, che prova ad affiancare alle proposte avanzate alla giunta Orlando soluzioni autonome, come l'utilizzo dei beni confiscati alla mafia per i senzacasa e l'autorecupero di immobili abbandonati e in disuso.
«Vorrei provare a lanciare un appello alla città - dice Tony Pellicane, storico attivista per i senza casa e che fa parte dell'assemblea - chiedendo alla cittadinanza attiva di sostenere e supportare la protesta di Biagio, perché come dice lui ognuno deve fare la propria parte. Quando siamo andati a trovarlo da Biagio sono uscite parole importanti. Ha detto che l'obiettivo che deve mettere assieme tutti, istituzioni laiche e religiose, società' civile e associazionismo e' l'ottenimento della casa, che si parli di senza tetto o famiglie in emergenza abitativa. E' stato inoltre lo stesso Biagio ad affermare che la sua attività' che va avanti da 27 anni voleva essere una soluzione tampone ma, come succede spesso in questa città', ciò' che e' provvisorio diventa poi cronico, chiaramente per la totale assenza delle istituzioni relativamente al problema. L'altro aspetto positivo e' dovuto al fatto che Biagio non ha alcun interesse a chiedere strutture da gestire, ha voluto chiarire che la sua e' solo un'azione di sensibilizzazione rivolta a tutti coloro che possono risolvere il problema, in primis l'amministrazione comunale».
(fonte: Meridionews)
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