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domenica 30 novembre 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 1/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo: Mc 13,33-37



Quello che dico a voi lo dico a tutti: vigilate !"
Per ben tre volte nella pericope è presente il verbo vigilare (gregorein), come un pressante invito da parte di Gesù alla comunità dei discepoli - di allora e di oggi - a tenere gli occhi ben aperti per  saper discernere gli avvenimenti della storia, perché non ci lasciamo contagiare dalla mentalità diabolica di questo mondo, veleno che ci narcotizza e ci impedisce di guardare e vivere la vita con lo stesso sguardo e cuore di Dio. "Guardate (blépete); Non dormite (agripnéite); Vigilate (gregoréite) !" 
Tre verbi differenti dal significato simile in appena cinque versetti, utilizzati dall'evangelista proprio con l'intento di richiamare l'attenzione di tutti i credenti di ogni tempo e luogo ad una vigilanza attenta, ad un impegno maturo e ad una fedeltà responsabile.
Il verbo 'vigilare (gregorein)' tornerà ancora al capitolo successivo (14) nel giardino del Getsemani, dove "le colonne della Chiesa" Pietro, Giacomo e Giovanni, coloro che si erano detti pronti a morire con lui, durante la "notte della protezione"(leila shmurim), la notte del passaggio dalla schiavitù d'Egitto alla libertà, in cui Dio stesso vegliò con Mosè e il popolo, non riusciranno a vegliare, lasciando Gesù solo durante la sua agonia, e dove tutti lo abbandoneranno e fuggiranno via. 
E' la nostra notte, in cui anche per noi il Signore torna ad ogni momento a chiederci conto della nostra fedeltà: "alla sera" in cui fu tradito(Mc14, 17), "a mezzanotte" quando fu processato (Mc 14,53-64), "al canto del gallo" quando Pietro lo rinnegò(Mc 14,72), "al mattino" quando fu condannato (Mc 15,1-15). Allora, se teniamo gli occhi ben aperti, saremo pronti ad accogliere l'inevitabile persecuzione che l'annunzio della Buona Notizia comporta. 
Grande è la nostra responsabilità, alle nostre fragili mani è affidata la conduzione e la cura della storia umana, certi che il Signore ci è sempre vicino nel dono della sua autorità (exousia), che è il dono dello Spirito Santo.