Sentirei di mancare di amicizia se non parlassi della mia evoluzione in questo momento, che è la ragione per cui non ho svolto come tutti gli anni la meditazione mattutina strettamente re ligiosa. La mia vita è sempre stata un passaggio interno, che credo e spero dovuto alla devozione che ho scelto verso lo Spirito santo perché - questo è il fondamento della mia fede – sono convinto che sia lo Spirito santo a dirigere la storia e l'evoluzione dei tempi, pur rispettando la libertà dell'uomo. Ho sentito nitidamente come un suono di campana che tutto il Vangelo è condensato in una frase di Gesù: c e r c a t e prima il regno di Dio e la sua giustizia. Prima ancora della vostra devozione particolare, prima della preoccupazione di salvare l'anima: cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia. La seconda verità che ha battuto per molto tempo dentro di me è una frase di Paolo: fare la verità nell'amore. Non si possono disgiungere queste due qualità, l'amore e la verità. Con queste due verità sto vivendo questi ultimi anni della mia vita e credo che non mi lasceranno più, cercando sempre, come posso, di aiutare l'avveramento di queste due esigenze che sono dettate e rinnovate dallo Spirito santo.
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In che relazione sta la gioia di vivere, lo "stare bene al mondo" con il riferimento al "trascendente", a un Dio che ereditiamo dalla nostra educazione o da un vissuto all'interno della tradizione cristiana? Se ne parla nel Quaderno di ottobre.
Cari amici, abbiamo sperimentato il senso di liberazione di poter pensare diversamente e seriamente Dio. Poter constatare il valore di quello che ciascuno intuisce, frutto di una ricerca legata con l'esistenza quotidiana. Soprattutto poter uscire dalle immagini antropomorfe con cui abbiamo rappresentato Dio, riducendolo quasi a una persona umana, e poterci affacciare al totalmente Altro. Tutto ciò un po' intimorisce e fa tremare le gambe, ma apre uno squarcio sul mistero della Vita...
Leggi tutto L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO