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mercoledì 5 ottobre 2011

Il Priore e la politica - La politica riscopra i valori cristiani di Enzo Bianchi

Non è mai stato facile essere un cattolico impegnato in politica se si prendono sul serio i tre termini: «cattolico», «impegnato» e «politica». Ma nella ormai lunga stagione della cosiddetta Seconda Repubblica tutto è sembrato complicarsi ancor di più: non perché è venuto meno il partito dei cattolici, ma perché da quasi due decenni sono stati dimenticati o contraddetti alcuni dati fondamentali che avevano guidato i laici cattolici nel loro servizio alla polis, almeno a partire dalla feconda stagione costituzionale repubblicana. Penso all'autonomia delle scelte politiche, da assumersi rispondendo alla propria coscienza, formatasi alla scuola della dottrina sociale cattolica e alle indicazioni provenienti dai documenti conciliari; o alla perdita di eloquenza dei cristiani adulti, ignorati quando non zittiti o irrisi da chi non perdeva occasione per esprimersi in loro vece; o ancora alla messa in discussione del concetto stesso di attività politica: la mediazione, la negoziazione, la convergenza verso il bene comune che sovente deve accontentarsi di denunciare il male e porvi un limite, scegliendo il bene possibile sempre in obbedienza ai principi della democrazia e della pluralità della società che può esprimersi solo con il criterio della maggioranza.

L’estinzione dei cattolici in politica? È anche colpa di certi vescovi. Parola di Enzo Bianchi, Priore della comunità monastica di Bose
Mentre si susseguono i riti propiziatori alto-ecclesiastici per evocare l’emersione di una nuova generazione di politici cattolici, il monaco 68enne stimato da molti come una delle più lucide coscienze cristiane del tempo presente apre una pista nuova nel dibattito a rischio-stereotipi sul ruolo dei cattolici nella politica italiana.
A detta di fratel Enzo – lo afferma in un’intervista concessa alla giornalista del mensile Jesus Vittoria Prisciandaro – il primo «male» della Chiesa italiana è «l'afonia del laicato: i cristiani in politica è come se non ci fossero più». E tale eclissi è almeno in parte un effetto di uno “scippo” e di una inversione di ruoli avvenuti in seno al corpo ecclesiale.