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domenica 14 febbraio 2016

Papa Francesco: Viaggio in Messico (12-18 FEBBRAIO 2016) / 1 - Partenza, incontri con i giornalisti durante il volo per Cuba e verso il Messico, arrivo a Cuba e storico incontro con il Patriarca Kirill di Mosca (cronaca, foto testi e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
IN MESSICO

(12-18 FEBBRAIO 2016)

 12 febbraio 2016 

Poco dopo le 8 Papa Francesco è partito dall’aeroporto romano di Fiumicino per il suo 12.mo viaggio apostolico. Motto del viaggio, “Missionario di misericordia e di pace”. 
Prima tappa Cuba per lo storico incontro con il Patriarca ortodosso russo Kirill all’aeroporto dell’Avana. 

La sera precedente, come di consueto, alla vigilia di un viaggio apostolico, la visita di Francesco alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove il Papa si è raccolto in preghiera di fronte all'icona di Maria Salus Populi Romani.

Tra rigide misure di sicurezza, l'auto papale si è fermata in pista, a pochi metri dall'airbus A330-200 dell'Alitalia, battezzato "Giotto". Papa Bergoglio, sempre con la consueta borsa nera nella mano sinistra, è stato accolto, tra gli altri, dal presidente dell'Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, dal presidente di Enac, Vito Riggio, e da altre autorità civili e militari, con le quali si è intrattenuto cordialmente. Subito dopo, il Pontefice, sorridente, è salito sulla scaletta, appoggiandosi con la mano destra al corrimano, e prima di entrare nel velivolo ha salutato il personale di bordo che lo attendeva e i presenti con un ampio cenno della mano.
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In aereo il consueto incontro con i giornalisti

Padre Lombardi
Santo Padre, benvenuto tra noi, come sempre, all’inizio di questi bellissimi viaggi intercontinentali. Questo viaggio ci emoziona molto. Sappiamo che è un viaggio che Lei ha molto desiderato, sia per l’incontro con il Patriarca sia poi per l’incontro con il popolo messicano. Ci prepariamo, quindi, a grandi emozioni e a momenti storici. Le facciamo i migliori auguri per queste giornate e siamo con Lei per fare bene il nostro servizio di diffondere la Parola del Signore e le Sue parole.
Siamo, come vede, un bel gruppo, circa 76, il gruppo internazionale. Abbiamo dato uno spazio importante ai messicani. Sono una decina i messicani presenti, ma rappresentano un po’ tutte le nazioni e tutti i Paesi. Adesso diamo la parola a Lei, per quanto Lei ci voglia dire all’inizio di questo viaggio. Grazie veramente di essere qua.
Papa Francesco
Buongiorno! Vi ringrazio della vostra presenza, del lavoro che farete. E’ un viaggio impegnativo, troppo serrato, ma tanto voluto: tanto voluto dal mio fratello Cirillo, da me e anche dai messicani. L’altro giorno, incominciando l’udienza del mercoledì, la vostra decana messicana mi aspettava come per farmi entrare nel tunnel del tempo con tutti i film di Cantinflas. E così sono entrato in Messico per la porta di Cantinflas, che fa ridere bene. Il mio desiderio più intimo è fermarmi davanti alla Madonna di Guadalupe, quel mistero che si studia, si studia, si studia e non ci sono spiegazioni umane. Anche lo studio più scientifico dice: “Ma questa è una cosa di Dio”. E questo è quello che fa dire ai messicani: “Io sono ateo, ma sono guadalupano”. Alcuni messicani: non tutti sono atei!
Anche un’altra cosa vorrei dirvi: che questo è l’ultimo viaggio nel quale ci accompagna il dott. Gasbarri. Da 47 anni lui lavora in Vaticano. E’ da 37 anni che si occupa dei viaggi. Lo dico perché possiamo, durante questi giorni, esprimergli la nostra gratitudine ed anche pensare ad una piccola festicciola qui, nel rientro… E poi mons. Mauricio Rueda sarà l’incaricato dei viaggi. Benvenuto!

E adesso se mi permettete vorrei salutarvi personalmente.

Padre Lombardi
Prima che il Papa saluti i singoli, noi invitiamo la nostra decana che, oltre ad avere dato dei film al Papa, adesso gli dà modo di proteggersi dal sole del Messico. Questo è il terzo Papa a cui Valentina offre un sombrero!

Valentina Alazraki
Perché si senta messicano! Il primo l’ho donato a Giovanni Paolo II 37 anni fa. Poi lui ne ha fatto una collezione perché ha viaggiato cinque volte. Papa Benedetto lo indossò in Guanajuato e disse che si sentiva messicano. Quindi adesso era il Suo turno. Inoltre, questo sombrero è venuto da Cuba. Una famiglia messicana se lo era portato a Cuba, ma non riuscì a consegnarlo a Lei e me lo lasciò. Io promisi, in caso Lei avesse mantenuto la promessa di andare in Messico, di darglielo. Quello che non immaginavo è che il sombrero tornasse a Cuba. Questa è stata la sorpresa! Grazie e buon viaggio!

Papa Francesco
La ringrazio. Grazie Valentina, a Lei, e a tutti i messicani, e a tutti i giornalisti. Molte grazie!


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E’ atterrato puntuale alle 20 dopo 12 ore di volo, l’aereo dell’Alitaia con il papa a bordo all’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana. 
Ad accoglierlo il presidente Raúl Castro, il nunzio apostolico a Cuba, l’arcivescovo Giorgio Lingua e il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani giunto all’Avana qualche giorno fa. 


E’ qui in una sala dello scalo appositamente preparata che Papa Francesco incontra il Patriarca Kirill di Mosca. 
E’ la prima volta nella storia che i Primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa si incontrano. Hanno scelto l’isola di Cuba per incrociare il viaggio del Papa in Messico e la visita che il Patriarca Kirill sta facendo in Latino America, a Cuba e poi Paraguay e Brasile.
Guarda il video integrale (parte prima)

Un abbraccio e tre baci, poi un lungo sguardo fisso negli occhi. Così comincia lo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca .



Dopo essersi salutati davanti ai flash e alle telecamere, si sono seduti su due sedie bianche ed hanno cominciato a parlare con al loro fianco i due traduttori dal russo e dallo spagnolo, il cardinale Kurt Koch e il metropolita Hilarion, capo del Dipatimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.

“Hermano, hermano, fratello, fratello, somos hermanos, finalmente!”. Sono le prime parole pronunciate da Papa Francesco quando ha abbracciato all’aeroporto de L’Avana il Patriarca di Mosca Kirill.”Ora le cose sono più facili”, ha detto Kirill. “È chiaro che quello che sta succedendo oggi è la volontà di Dio”, ha replicato il Papa.


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“Abbiamo svolto una discussione fraterna di due ore”, che è servita “per la comprensione e responsabilità delle proprie chiese, per il futuro del cristianesimo e per il futuro della civiltà umana”. Lo ha detto il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia al termine del suo incontro con Papa Francesco a Cuba. “E’ stata una discussione piena di contenuti – ha detto il Patriarca – che ci ha dato la possibilità di comprendere e sentire la posizione dell’uno e dell’altro. I risultati di questo colloquio permettono di dire che le nostre due chiese possono lavorare attivamente, difendendo il cristianesimo in tutto il mondo”. Il Patriarca ha detto che è, dunque, possibile “lavorare insieme” e “con piena responsabilità” affinché “non ci sia più la guerra, affinché ovunque la vita umana sia rispettata, perché si rafforzino le fondamenta della morale della famiglia e della persona”.

“Abbiamo parlato come fratelli, abbiamo lo stesso battesimo, siamo vescovi. Abbiamo parlato delle nostre Chiese e ci siamo trovati d’accordo sul fatto che l’unità si costruisce camminando”. Queste le prime parole pronunciate da Papa Francesco nel suo breve saluto alle delegazioni di Mosca e della Santa Sede subito dopo il colloquio privato con il Patriarca di Mosca durato circa due ore. “Abbiamo parlato chiaramente, senza mezze parole – ha detto il Papa -. Vi confesso che ho sentito la consolazione dello Spirito di questo dialogo e ringrazio per l’umiltà di Sua Santità, un’umiltà fraterna, e per il suo forte desiderio di unità. Sono venute fuori una serie di iniziative che credo siano fattibile e si potranno realizzare. Per questo voglio ringraziare Sua Santità per la sua benevola accoglienza così come i collaboratori, Sua eminenza il metropolita Hilarion e il cardinale Koch e tutta la equipe che ha lavorato per loro e per noi”. L’ultimo pensiero, il Papa lo rivolge all’isola di Cuba. “Non voglio andare via – ha detto – senza dare un sentito ringraziamento a Cuba, il grande popolo cubano, e al suo presidente qui presente. Lo ringrazio per la sua disponibilità fattiva. Se continua così, Cuba sarà la capitale dell’unità. Che tutto sia per la gloria di Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, e per il bene del santo popolo fedele di Dio sotto il manto della Santa Madre di Dio”.
 

I primati delle due Chiese si sono seduti al tavolo e, alla presenza delle delegazioni, hanno firmato una Dichiarazione comune che si sono poi scambiati con un abbraccio.


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Al termine lo scambio dei doni..
Papa Francesco ha donato a Kirill un reliquiario con una reliquia di San Cirillo e un calice. Il Patriarca di Mosca ha donato al Papa una copia, più piccola dell’originale, della Madonna di Kazan.

Guarda il video integrale (parte seconda)


Guarda il video con il servizio della vaticanista Cristiana Caricato per TV2000

Papa Francesco, dopo l’incontro con il Patriarca Kirill, ha voluto un breve incontro con i giornalisti in volo con lui da Cuba a Città del Messico per condividere i suoi sentimenti.

Padre Lombardi
Noi avevamo cercato di dire al Papa di stare tranquillo, di riposarsi nel viaggio tra Cuba e il Messico; ma lui è così pieno di entusiasmo e di gioia dopo questo incontro, che ha voluto assolutamente avere di nuovo un incontro con noi, per manifestarci i suoi sentimenti e dire quello che desidera. Santità, grazie mille.

Papa Francesco
Buonasera. Credo che con la Dichiarazione che avete ricevuto [la Dichiarazione comune con il Patriarca Kirill], avete lavoro per tutta la notte e per domani pure! Per questo non facciamo domande e risposte. Ma vorrei dirvi i miei sentimenti.

Prima di tutto, il sentimento di accoglienza e di disponibilità del presidente Castro. Io avevo parlato con lui di questo incontro, l’altra volta, ed era disposto a fare tutto e abbiamo visto che ha preparato tutto per questo. E bisogna ringraziare per questo.

Secondo: con il Patriarca Kirill. E’ stata una conversazione tra fratelli. Punti chiari, che preoccupano tutti e due, ne abbiamo parlato. Con tutta franchezza. Io mi sono sentito davanti a un fratello, e anche lui mi ha detto lo stesso. Due vescovi che parlano della situazione delle loro Chiese, per prima cosa; e in secondo luogo, sulla situazione del mondo, delle guerre, guerre che adesso rischiano di non essere tanto “a pezzi”, ma che coinvolgono tutto; e della situazione dell’Ortodossia, del prossimo Sinodo panortodosso… Ma io vi dico, davvero, sentivo una gioia interiore che era proprio del Signore. Lui parlava liberamente e anche io parlavo liberamente. Si sentiva la gioia. I traduttori erano bravi, tutti e due. E’ stato un colloquio “a sei occhi”: il Patriarca Kirill, io, Sua Eminenza il Metropolita Hilarion e Sua Eminenza il Cardinale Koch, e i due traduttori. Ma con tutta libertà. Parlavamo noi due, e gli altri se si faceva loro qualche domanda.

Terzo, si è fatto un programma di possibili attività in comune, perché l’unità si fa camminando. Una volta io ho detto che se l’unità si fa nello studio, studiando la teologia e il resto, forse verrà il Signore e ancora noi staremo facendo l’unità. L’unità si fa camminando, camminando: che almeno il Signore, quando verrà, ci trovi camminando.

Poi abbiamo firmato questa Dichiarazione che voi avete in mano: ci saranno tante interpretazioni, tante. Ma se c’è qualche dubbio, padre Lombardi potrà dire il vero significato della cosa. Non è una Dichiarazione politica, non è una Dichiarazione sociologica, è una dichiarazione pastorale, anche quando si parla del secolarismo e di cose esplicite, della manipolazione biogenetica e di tutte queste cose. Ma è pastorale: di due vescovi che si sono incontrati con preoccupazione pastorale. E io sono rimasto felice. Adesso mi aspettano 23 km di papamobile aperta...

Vi ringrazio tanto per il vostro lavoro: fate quello che potete! Grazie tante, grazie.

Padre Lombardi
Grazie mille a Lei, Santità, e buon viaggio.

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