Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 13,1-9
Il cuore del capitolo 13 del Vangelo di Luca è costituito dalla parabole del Regno che aiutano i credenti a vivere la propria storia di salvezza alla luce di quella di Gesù. Queste però sono comprese fra due episodi, uno all'inizio del capitolo l'altro alla fine, che hanno come tema comune la morte. Certo Gesù non si riferisce alla morte fisiologica, a quella naturale, alla morte "de la quale nullu homo vivente può scampare", come canta S. Francesco nelle sue celebri Laudes Creaturarum. Gesù intende parlare di quella morte la cui causa diretta sono le scelte di vita proposte dal divisore nelle tentazioni e durante tutta la sua vita; le scelte di potere, di ricchezza e di orgoglio che egli ha fermamente rifiutato, anche sulla croce, come mezzi per l'edificazione del Regno. Solo nell'ascolto obbediente della Parola del Padre, solo ponendo in atto le dinamiche di vita che da Essa scaturiscono, la comunità dei credenti avrà la possibilità di produrre i dolci frutti sperati. Nel caso contrario essa sarà solo apparenza, fogliame utile solo a mascherare il vuoto del suo cuore, fico che rende improduttivo il terreno, buono soltanto per essere tagliato. Ma Dio non taglia il fico, non agisce come si attendeva il Battista (3,9) perché Egli ama l'uomo e fa di tutto perché possa pienamente rispondere al suo amore. E' questo il senso profondo della storia dell'umanità, "l'anno della pazienza e della misericordia di Dio, una dilatazione della salvezza e del giudizio, ancora sempre per un anno, da allora fino ad ora e fino alla fine" (cit.). E il tempo ancora non è giunto al termine perché, come canta il salmo 136, la tenerezza del Signore Dio per ogni suo figlio non avrà mai fine.
"Hodou l'Adonai Ki Tov, Ki Le Olam Chasdò -
Rendete grazie al Signore perché è buono, perché eterna è la sua Misericordia "