Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 5,1-11
Gesù per parlare alla folla che lo segue, sale su una barca scegliendo quella di Simon Pietro; su questa barca egli siede, insegnando, con solennità, nell'atteggiamento proprio del maestro. "La barca è figura della Chiesa, piccola comunità che galleggia sull'abisso e compie l'esodo " (cit.), e proprio da questa barca, da quella di Simon Pietro, egli parla a tutti e tutti lo ascoltano. All'ascolto della Parola del Signore segue il suo invito a prendere il largo per la pesca, l'invito alla missione apostolica nel mondo, che nella pesca è raffigurata, in obbedienza a quella Parola appena ascoltata. Ma non è forse di notte che si pesca? Non è forse col favore delle tenebre, con l'inganno dell'oscurità, che si catturano i pesci e gli uomini? Per Gesù non avviene così. Il Signore vuole insegnarci che non sono certo i nostri poveri e inutili sforzi umani a riempire le reti, non sono le nostre tecniche, le nostre tattiche, le nostre strategie pastorali, seppur raffinate, a convertire gli uomini, a far sì che si instauri il Regno di Dio. "Ma come, allora, tutto questo sarà possibile? Solo nell'obbedienza alla sua Parola! L'obbedienza alla Parola di Gesù è l'unico motivo per sperare l'impossibile che essa promette a coloro che vi obbediscono. La fede non ha altro appoggio "(cit.), perché Gesù è il padrone dell'impossibile. Ogni qualvolta obbediamo alla sua Parola, noi facciamo esperienza reale della sua promessa. E come Maria concepirà (syllèmpse 1,31) nel suo seno, in obbedienza alla Parola del suo Signore, la stessa 'Parola della Vita', così in pieno giorno, nel fulgore della luce del suo Signore, la Chiesa sarà capace di 'concepire' (syllabesthai 5,7) nel suo cuore tutti i fratelli, il frutto dell'obbedienza alla Parola, fin quasi ad affondare; ma non affonderà.