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lunedì 15 giugno 2020

Se, ora

Foto Alessia Mefalopulos
Se, ora

Un testo di Alessandro Ghebreigziabiher liberamente ispirato alla poesia Se di Rudyard Kipling al tempo del lockdown


Se sarai capace di giocare con chiunque tu abbia accanto e in ogni istante, addirittura avendo appena litigato; soprattutto in quel caso. Con tua sorella che ti sembra troppo grande, con tuo fratello che pare eccessivamente diverso, con tuo padre che si dimostra anche ora assai impegnato e con tua madre, già, pure se non vorresti mai affaticarla ulteriormente, allorché la vedi stanca.

Se troverai piacere, comunque, a giocar da solo, poiché gli amici son tutti lontani, adesso.

Se riuscirai a gestirne la mancanza senza che quest’ultima ti rattristi più di tanto, mosso dalla convinzione che sono ancora là fuori, anche loro in attesa di rincontrarti.

Se sarai capace di sopportare la lontananza dai campi di gioco, dai prati, dall’oratorio e ogni altro luogo dove amavi far sfrecciare le gambe, far danzare le braccia e dar voce a ogni parte del tuo corpo.

Se rimarrai sereno, malgrado il sacrosanto bisogno di inondare il viso con la luce del sole, carezzare le membra con l’aria fresca e sfiorare ogni dono della natura con le tue coraggiose dita.

Se avrai la forza di accettare che talvolta la vita ci ruba del tempo senza che possiamo farci alcunché.

Se avrai la pazienza di aspettare il giusto momento in cui riprenderti tutti i giorni, ogni minuto e ciascun secondo che ti spettava.

Se sarai in grado di capire che la natura, in tutte le sue più disparate forme, può portarci via le persone care davanti ai nostri stessi occhi; ma mai dal nostro cuore, se non lo permettiamo.

Se in questo particolare frangente capirai che la scuola non sono i banchi e la cattedra, la lavagna e l’aula, neppure l’edificio che la ospita, ma soltanto tu, i tuoi compagni e i vostri insegnanti, coloro che la abitano e la rendono viva.

Se saprai appassionarti nel riempire il tempo quando è più nelle tue mani che in quelle degli altri, e ricordarti di fare altrettanto quando accadrà esattamente l’opposto.

Se imparerai una volta per tutte che la felicità si inizia a costruire con le persone che hai accanto tutti i giorni, con cui ti svegli al mattino e con le quali condividi riposo e sogni la notte.

Se comprenderai che la vera creatività è quella che ti serve quando puoi disporre soltanto degli strumenti che ti sono concessi.

Se afferrerai l’idea, per conservarla per sempre in te, che la sola libertà che nessuno potrà mai toglierti è quella che riesci ad amare, far crescere e brillare nell’unico spazio che hai.

Se, soprattutto di questi tempi, terrai a mente come il più prezioso dei regali che l’affetto e la comprensione tra le persone non dipendono dalla distanza che le separa.

Se, infine, farai tesoro di tutto ciò che hai imparato in questi strani giorni, vedrai che quando torneremo a camminare e ad abbracciarci senza paura sarai una persona più forte e contenta della vita che ha; e, se tutto ciò non bastasse, il mondo sarà di nuovo tuo.
(fonte: Comune info)