Domenica della SS.
Trinità (A)
"Dio è comunione e relazione "
a cura della Fraternità Carmelitana
di Barcellona P.G.
1. Ascolto orante
del vangelo di Giovanni (3,16-18).
1.
Iniziamo il “tempo ordinario” dell’anno liturgico, dove di domenica in
domenica, attraverso l’ascolto quasi continuo di uno stesso vangelo (quest’anno
“A” è Matteo), seguiamo Gesù nel suo cammino
di vita quotidiana, nel suo modo di relazionarsi, di parlare e di abitare
questo mondo.
Tuttavia, con le Domeniche della SS. Trinità e del Corpus Domini, in realtà siamo
ancora nel clima del tempo pasquale, quasi due domeniche che fanno da
“cerniera” tra il tempo pasquale e il tempo ordinario. Con la Domenica della
SS. Trinità contempliamo il Dio cristiano – Padre Figlio Spirito Santo – che è Comunione interpersonale, Relazione vivente,
e non entità astratta, senza volto e senza nome, né monarchia teocratica a
nostro uso e consumo, né enigmatico teorema aritmetico. Il Dio cristiano è una
realtà interpersonale relazionale che – se lo accogliamo – segna la nostra esistenza personale, sociale ed ecclesiale. Non a
coso il segno della croce noi
cristiani lo facciamo nel nome della Trinità.
Con questa consapevolezza entriamo,
allora, nella nostra liturgia domestica
e apriamo con fiducia il vangelo di Giovanni al cap. 3. Facciamo una breve pausa di silenzio, chiedendo allo
Spirito che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola
di Dio per noi oggi.
Adesso leggiamo
attentamente e con calma la pagina del cap. 3 dal verso 16 fino al verso 19.
2.
Leggendo questi versetti del vangelo, la prima cosa da osservare è che noi
cristiani possiamo parlare di Dio Trinità, Padre Figlio Spirito Santo, solo a
motivo di Gesù, il quale nell’intero arco della sua esistenza ha vissuto come
Figlio di Dio, lasciandosi accompagnare e guidare dall’azione dello Spirito
Santo. Senza l’esperienza filiale di Gesù non potremmo né adorare né parlare
(per quanto lo possiamo come creature umane) di Dio Trinità, perché nessuno ha
mai visto Dio, solo il Figlio Gesù ce lo ha rivelato, narrato e spiegato (cf.
Gv 1,18).
E, infatti, nella pagina del vangelo, Gesù
si auto-presenta come il Figlio che Dio ha
donato al mondo. È tutta l’esistenza di Gesù, fino all’Ora della Pasqua, che
è segnata dalla logica del dono. Gesù
non ha abitato il mondo con uno stile vita autoreferenziale ed egocentrico. No.
Più volte nel vangelo di Giovanni sentiamo dire che Gesù:
- è amato dal Padre, il quale gli ha dato
in mano ogni cosa
(cf. Gv 3,35; 15,9);
(cf. Gv 3,35; 15,9);
- è venuto da Padre ed è venuto nel nome
del Padre
(cf. Gv 5,43; 7,28-29; 8,42);
(cf. Gv 5,43; 7,28-29; 8,42);
- non intende sostituirsi al Padre, perché
il Padre è più grande di lui
(cf. Gv 14,28);
(cf. Gv 14,28);
- il suo volto è quello del Padre
(cf. Gv 14,7-11);
(cf. Gv 14,7-11);
- fa la volontà del Padre
(cf. Gv 4,34);
(cf. Gv 4,34);
- annuncia ciò che ascolta dal Padre
(cf. Gv 3,34; 8,25-29.38);
(cf. Gv 3,34; 8,25-29.38);
- la sua dottrina è quella del Padre,
perciò non parla da se stesso
(cf. Gv 7,16-18);
(cf. Gv 7,16-18);
- i discepoli li riceve dal Padre
(cf. Gv 10,29-30);
(cf. Gv 10,29-30);
- dona senza misura lo Spirito
(cf. Gv 3,34);
(cf. Gv 3,34);
- lo Spirito interpreta e annuncia il
vangelo del Figlio
(cf. Gv 16,13-15);
(cf. Gv 16,13-15);
- agisce come agisce il Padre
(cf. Gv 5,17.19-23; 14,31);
(cf. Gv 5,17.19-23; 14,31);
- riceve dal Padre la vita e il potere di
giudicare-discernere
(cf. Gv 5,26-27.30; 8,16);
(cf. Gv 5,26-27.30; 8,16);
- non è testimone di se stesso, ma del
Padre
(cf. Gv 5,31-32);
(cf. Gv 5,31-32);
- non glorifica se stesso, ma il Padre
(cf. Gv 8,54-55);
(cf. Gv 8,54-55);
- compie le opere del Padre
(cf. Gv 5,36);
(cf. Gv 5,36);
- con il Padre è una cosa sola, vive una
comunione intima e profonda
(cf. Gv 10,38; 17,11).
(cf. Gv 10,38; 17,11).
Dunque, nell’esistenza del Figlio Gesù,
nel suo modo di comunicare e di relazionarsi con gli altri, noi contempliamo il
volto del Padre e l’azione dello Spirito.
3.
Perché Dio ci ha fatto dono del suo Figlio Gesù? Perché Dio ama il
mondo, di un amore che si fa misericordia, compassione, grembo accogliente,
comunione sponsale, fedeltà (si legga la prima lettura: Es 34,5-6.8-9; è la
rivelazione del modo con cui Dio si rende presente nella storia umana). È a
motivo di questo amore che Dio non
vuole che nel mondo nessuno si perda
(cf. Gv 3,16).
Qui, come altrove nel vangelo di Giovanni,
il mondo indica l’esistenza umana, le
relazioni tra gli uomini, l’habitat umano; nello stesso tempo indica anche
quella parte del mondo che possiamo chiamare mondanità, ovvero l’esistenza umana ricurva su se stessa, che pensa
solo a se stessa e degli altri non ha nessun interesse se non quello di
sottometterli e di dominarli. E lo sappiamo, poiché siamo fatti di terra (cf.
Gen 2,7), siamo terrosi, la mondanità ce la portiamo tutti dentro di
noi, dovunque andiamo...
Ecco: il dono gratuito del Figlio è
destinato al mondo, perché prenda coscienza della sua mondanità e se ne liberi,
accogliendo il dono del Figlio, cioè lo
stile di vita alternativo del Figlio nel quale è presente il Padre e lo
Spirito.
Questo è, in fondo, il giudizio che opera il Figlio: non un
giudizio di condanna, ma di salvezza, vale a dire, far uscire il mondo dalle
tenebre della menzogna e portarlo alla luce
della verità, della fedeltà al progetto di Dio, il quale ha creato l’umanità –
uomo donna – ad immagine di Dio, cioè
capace di tessere relazioni di comunione e di fraternità, perché questa è
l’immagine di Dio.
E, di conseguenza, questa è l’immagine
della Chiesa: non una Chiesa-monarchia, bensì una Chiesa (comunità
parrocchiale, comunità religiosa, chiesa domestica) fraternità e sororità,
immagine della Trinità. Ricordiamoci: siamo stati battezzati nel nome della
Trinità e che il segno della croce è fatto nel nome della Trinità.
Perciò l’apostolo Paolo (si legga la
seconda lettura: 2Cor 13,11-13) esorta i cristiani a salutarsi con il “bacio santo”: è il bacio liturgico della
fraternità-sororità, segno della presenza
operosa di Dio Trinità nella comunità.
Un resto sempre farai che viva,
tu sei un Dio che ama la vita:
come tu mi ami non c’è uno che ama,
che abbia una simile cura dell’uomo.
Così hai fatto, Signore, a Israele,
così farai del nuovo Israele,
così del genere umano farai:
no, non saremo perduti per sempre.
E un resto sempre sarà che ti lodi;
nei verdi pascoli tuoi al riparo:
di umili e poveri un popolo scelto
a fare il bene, a salvar la città.
(Davide Turoldo)
Apriamo adesso preghiamo con il Cantico preso dal libro di Daniele 3,52-56,
è un canto che invita a benedire e a lodare Dio con tutta la nostra esistenza,
abitata dalla presenza di Dio Trinità.
2. Intercessioni
Rispondiamo alla proclamazione del Vangelo dell’amore misericordioso ed ostinato di Dio Padre, che nel suo Figlio, l’Unigenito, ha abbracciato tutta l’umanità, donandoci il suo Spirito, il suo respiro, che fa di noi dei veri figli. Al Dio Uno e Trino, al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, innalziamo con fiducia le nostre preghiere ed insieme diciamo:
R/ Dio, santo e misericordioso,
ascoltaci
- Signore Dio, Trinità santa, fornace di comunione e di amore, rendi la
vita della tua Chiesa sempre più corrispondente alla sua vera vocazione di
essere in mezzo all’umanità tutta un riflesso visibile e credibile della
comunione trinitaria. Fa’ che essa comprenda sempre più che dove non c’è
rispetto assoluto delle persone, dove non c’è responsabilità condivisa, dove
non c’è legame di fraternità, non c’è Chiesa. Preghiamo.
- La tua volontà, o Trinità santa, è di far riscoprire ad ogni uomo e
ad ogni donna la loro verità più profonda, quella di essere tuoi figli e figli
preziosi. Il dono dello Spirito, diffuso su tutti e su ciascuna persona faccia
cadere ogni idea stupida di razzismo e di discriminazione in base al colore
della pelle o al credo professato. Affidiamo a voi, o Trinità santa, il destino
delle Nazioni Unite. Agisci, o Santo Spirito, nel cuore e nelle menti dei
grandi della terra, perché cada il muro del prestigio e degli interessi
nazionali. Preghiamo.
- Vogliamo affidare a voi, o Trinità santa, il camino dei popoli
europei verso l’esperienza di una vera unità. La parola di Gesù e la presenza
intima dello Spirito Santo ci aiutino ad abbandonare la tentazione di ritornare
ai vecchi nazionalismi, veri focolai di odio e di guerre. Fa’ che ogni popolo
comprenda che l’unità, che è ben altra cosa dall’uniformità, non spegne le
diversità, ma che esse, invece, possono costituire una ricchezza per tutti.
Preghiamo.
- Affidiamo a voi, Padre, Figlio e Spirito Santo, la vita della nostra
città e di ogni città. Aiutateci a costruire una città, che presenti un volto
più umano, meno sfregiato dalla prepotenza mafiosa, dalla corruzione, dal
disinteresse per i più deboli. Fate che ogni città non diventi una fabbrica di
scarti, ma luogo vero di umanità e di vita. Preghiamo.
- Davanti a Dio Trinità, assieme ai nostri parenti e amici
defunti, ci ricordiamo delle vittime del coronavirus [pausa
di silenzio]; ci ricordiamo anche di coloro che muoiono nella solitudine e
nell’abbandono. Tutti possano godere la gioia della comunione dei santi.
Preghiamo.
-
Pregare il Padre Nostro…
-
Concludere con la seguente preghiera:
O Santissima Trinità, Padre che ci hai creati, Figlio che ci hai redenti, Spirito che ci doni luce e forza, rendici consapevoli della tua presenza misteriosa e forte che opera in ogni cristiano e fa’ che siamo testimoni del tuo amore nel mondo. Per Cristo nostro Signore. AMEN
- PREGARE IN FAMIGLIA - Preparare in casa l’“angolo della preghiera” a cura della Fraternità Carmelitana di Barcellona P.G.