Si può privatizzare la madre?
di Alex Zanotelli
Ventisei milioni di persone, nel 2011, hanno detto in modo netto, attraverso il referendum, che l’acqua non è una merce e che su un bene che è condizione necessaria alla vita stessa (e che sul pianeta è diventato così scarso) non si devono realizzare profitti. In otto anni, cinque governi diversi non hanno voluto tradurre in legge quella chiara espressione della volontà popolare, ma il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua e i comitati per la sua gestione pubblica non si sono rassegnati e non hanno mai cessato di incalzare il parlamento perché quella legge veda la luce. Nella prima settimana di marzo, la Camera avrà un’altra occasione, per questo la mobilitazione deve riprendere forza al più presto e farsi sentire. Il 23 febbraio assemblea nazionale a Roma
Foto tratta dalla pagina Fb di Acqua Pubblica |
In questi mesi ci giochiamo tutto sull’acqua. C’è bisogno di una mobilitazione forte perché il Parlamento finalmente approvi una legge sull’acqua che rispetti il Referendum del 2011.
In quell’occasione ventisei milioni di cittadini hanno votato perché l’acqua esca dal mercato e non si possa fare profitto su questo bene così prezioso e scarso. Otto anni sono passati da quell’evento e ben cinque governi si sono succeduti in questo paese senza tradurre la volontà popolare in legge. Anzi, tutti e cinque hanno favorito la privatizzazione dell’oro blu. È una vergogna! Ma i comitati per la gestione pubblica dell’acqua, insieme al Forum, non hanno mai smesso di ricordare ai politici il dovere di obbedire al Referendum, consci che l’acqua è uno dei beni comuni più fondamentali.
Un bene oggi messo in pericolo dal surriscaldamento del pianeta: avremo sempre meno acqua potabile disponibile. Ecco perché le multinazionali cercano di mettere le mani sull’oro blu per venderlo, come hanno fatto per il petrolio. Sarebbe una tragedia per l’umanità, soprattutto per i più poveri.
Per fortuna che Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’ è venuto a ricordare a tutti che «l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano, essenziale, fondamentale e universale perché determina la sopravvivenza delle persone». Non solo, ma aggiunge che è un «diritto alla vita».
Un termine, in campo cattolico, usato per l’aborto e l’eutanasia! «Questa affermazione è di radicale importanza – afferma la teologa americana Christiana Peppard – ed è un contributo essenziale al dibattito pubblico nell’era della globalizzazione economica». Mossi da questa profonda convinzione non abbiamo mai smesso in questi anni di premere perché i governi obbediscano al Referendum.
Solo con i governi Renzi e Gentiloni, la commissione Ambiente della Camera aveva preso in considerazione la legge di Iniziativa Popolare, proposta dal Forum e dai Comitati, ma l’aveva poi stravolta. E noi l’avevamo ripudiata. Ora con il governo gialloverde la Commissione Ambiente della Camera ha di nuovo ripreso in mano il testo originale della legge e il 30 gennaio scorso l’ha approvato. E nella prima settimana di marzo questo disegno di legge verrà discusso alla Camera.
È un momento importante e cruciale, questo. Sappiamo bene, che questo Disegno di Legge, che prevede la ripubblicizzazione dell’acqua con il meccanismo dell’Azienda Speciale (quello che abbiamo a Napoli), avrà una forte opposizione in Parlamento. Dobbiamo tutti mobilitarci. Per questo il Forum dei movimenti per l’acqua invita i rappresentanti dei Comitati a un’Assemblea Nazionale che si terrà a Roma il 23 febbraio al Millepiani Coworking.
È un momento storico questo per l’acqua nel nostro paese, per cui lanciamo un pressante appello a:
Comitati dell’acqua, perché facciano pressione sui parlamentari della propria regione sia per telefono o web con mailbombing;
CGIL, UIL, CISL, perché si schierino per la gestione pubblica dell’acqua e premano sul Parlamento;
ACLI, AGESCI, Azione Cattolica, ecc.. perché, come si sono spesi per il Referendum, si impegnino ora per la nuova legge;
Conferenza Episcopale Italiana (CEI), perché sulla scia di papa Francesco, prenda posizione sulla ripubblicizzazione;
Parroci e sacerdoti, perché aiutino i fedeli a capire, con le parole di papa Francesco, quanto sia importante la ripubblicizzazione dell’acqua;
Giornalisti, perché aiutino a rompere il silenzio mediatico su questo tema;
Cittadini, perché facciano sentire la loro voce utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione.
Credenti e laici, insieme, possiamo ottenere una prima grande vittoria parlamentare per il più importante dei beni comuni.
L’Italia sarebbe la prima nazione della Ue a fare questo, un esempio che potrebbe trascinare il resto dell’Europa a fare altrettanto.
Diamoci tutti da fare per questa legge che ripubblicizza l’acqua, che è la Madre della vita. È mai possibile privatizzare la madre?
Diamoci da fare perché vinca la vita.
(fonte: Comune-info 11 Febbraio 2019)