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venerdì 8 febbraio 2019

Due belle lettere aperte a Manuel Bortuzzo - Don Gionatan De Marco: la vita per uno sportivo è tutt’altro che stupidità! È possibilità! - Giusy Versace: Sei un campione! Non devi mollare, proprio come in gara. Tutti noi tifiamo per te! Tutta l’Italia è con te! Forza campione! #nevergiveup.

Due belle lettere aperte a Manuel Bortuzzo

Don Gionatan De Marco: È tempo di vincere  testimoniando la bellezza di una vita che non razzola nella stupidità ma che vola alto in scelte che parlano di impegno, sacrificio, umiltà… gioia!
Giusy Versace: Con tanta pazienza, forza di volontà, e grande fede anche tu saprai trasformare il dolore. Lo affronterai e ti rialzerai più forte di prima.


Lettera aperta a Manuel Bortuzzo: 
la bellezza di una vita che non razzola nella stupidità

di Gionatan De Marco (*)

Il mondo dello sport, Manuel, non può tacere! Deve e vuole alzare la voce! Perché la vita per uno sportivo è tutt’altro che stupidità! È possibilità! Possibilità di raccontare talenti che si scoprono compressi nel corpo e nel cuore! Possibilità di sperimentare come dare il meglio di sé fa esplodere la gioia di esserci e di provarsi sempre a vincere una gara, anche quando si perde! Possibilità di dimostrare alle giovani generazioni che la vita è sempre bella e che vale la pena non sciuparla ma viverla fino in cima, nella logica del dono e del perdono o fair play! Possibilità di cancellare dalle pagine di cronaca i fatti di stupidità, per riempirle di sogni realizzati e di punte raggiunte di felicità, anche quando questo ha comportato fatica!


Carissimo Manuel,

non avrei mai voluto prendere carta e penna per scriverti in quest’occasione. Ma… non posso non farlo! Forse te lo aspetti tu… o forse se lo aspettano le persone che ti vogliono bene… o chi per te stravedeva mentre attraversavi le vasche piene di sogni, prima che di acqua.

Sì, Manuel, quelle vasche piene di sogni… prosciugate in un istante da una mano sconosciuta che ti ha ferito la vita, prima che il corpo! Una mano che non ha ancora nome, ma che rappresenta tutte quelle mani sporche di sangue che attraversano il nostro Paese bloccando futuri e stendendo sul pavimento le speranze e le gioie più autentiche. Mani che non hanno mai fatto una carezza, ma che da subito sono state allenate all’insignificanza della violenza! Ma io voglio vedere le tue di mani! E mi accorgo che sono fatte di luce! Di quella luce che vedeva bello il tuo domani e che ti hanno portato ad afferrare il bagaglio dei tuoi affetti e lasciare la tua terra per rincorrere un desiderio, quella stella che vedevi ancora mancare nella tua vita: lasciare il segno da campione, spinto dai belli esempi di Greg e Gabriele!

Ora, Manuel, tutto sembra essersi fermato!

Ma quella mano che ti ha bloccato, non può aver scritto l’ultima parola della tua e della nostra vita da sportivi! Quella mano ci ha convinti ancora di più che il male ha una radice… la stupidità! Una stupidità che io, te e tutti gli sportivi italiani vogliamo condannare! Condanniamo quella stupidità che non ragiona, ma che fa della prepotenza la sua legge, perché incapace di metter giù una frase sensata per dire la propria opinione. Condanniamo quella stupidità che si trasforma in violenza… verbale e fisica… perché incapace di aprire le mani e il cuore per stupirsi di tutto il bello di cui questa vita è disseminata. Condanniamo quella stupidità che si traduce in morte perché infangata nella miseria di chi non ha il coraggio di fermarsi, di ospitarsi e di cambiare, scegliendo di sfigurarsi per sempre il domani sulla strada senza senso e senza uscite della vigliaccheria.

Il mondo dello sport, Manuel, non può tacere!

Deve e vuole alzare la voce! Perché la vita per uno sportivo è tutt’altro che stupidità! È possibilità! Possibilità di raccontare talenti che si scoprono compressi nel corpo e nel cuore! Possibilità di sperimentare come dare il meglio di sé fa esplodere la gioia di esserci e di provarsi sempre a vincere una gara, anche quando si perde! Possibilità di dimostrare alle giovani generazioni che la vita è sempre bella e che vale la pena non sciuparla ma viverla fino in cima, nella logica del dono e del perdono o fair play! Possibilità di cancellare dalle pagine di cronaca i fatti di stupidità, per riempirle di sogni realizzati e di punte raggiunte di felicità, anche quando questo ha comportato fatica!

E lo chiedo soprattutto a chi, tuo amico o tua amica, crede nella tua preziosità e unicità! A chi ha condiviso con te la fatica delle vasche e le gioie degli abbracci! È tempo di farti vincere, raccontando a tutti la tua voglia di diventare un campione e testimoniando la bellezza di una vita che non razzola nella stupidità, ma che vola alto in scelte che parlano di impegno, sacrificio, umiltà… gioia! E questo perché tu, amico nostro, non ti senta mai solo, ma sempre sollevato dalla nostra amicizia a provarci ancora a diventare campione… di vita! Ma, forse, lo sei già! Abbiamo solo da imparare!

 (*) direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport
(fonte: Sir - 06/02/2019)


Caro Manuel Bortuzzo, trasforma il tuo dolore e ti rialzerai
di Giusy Versace*

Lettera aperta della stella paralimpica Giusy Versace, senza gambe dopo un incidente: "Continua a lottare, non chiuderti in te stesso. Vorrei incontrarti presto"


Caro Manuel,

ho il cuore straziato nel vedere un ragazzo bello come il sole, di soli vent’anni, nelle tue condizioni: appena ho letto la notizia, ho rivissuto la stessa rabbia, lo stesso sconforto e lo stesso terrore che avevo visto negli occhi dei miei cari, quando toccò a me. Eppure proprio perché io ci sono passata, sento di poterti dire una cosa: con tanta pazienza, forza di volontà, e grande fede anche tu saprai trasformare il dolore. Lo affronterai e ti rialzerai più forte di prima.

Quando ho avuto l’incidente nel quale ho perso le gambe, credevo di non farcela ma col tempo ho scoperto una forza che non sapevo di avere e che ha sbalordito anche me. Non pensavo che avrei realizzato tutte le cose che mi sono riuscite, e invece... Era il 2005: cinque anni dopo ho partecipato ai campionati italiani di atletica leggera fino ad arrivare a finale olimpica a Rio 2016.

Io per prima non ci avrei scommesso. In questo momento prego perché tu possa uscire al più presto dall’ospedale nelle migliori condizioni possibili. L’importante è riaprire gli occhi, non mollare mai, continuare a lottare, a sperare, a pregare. Nei giorni più difficili, a me la fede ha sempre dato tanta forza e mi ha aiutato a non arrendermi anche quando c’era gente che non pensava che ce l’avrei fatta. Mi sento molto coinvolta dalla tua vicenda perché anche tu, come me, hai avuto la forza di lasciare casa per inseguire il tuo sogno sportivo e ti sei trasferito in un’altra città. 
Io ho fatto la stessa cosa per cercare di raggiungere i miei obiettivi, avevo la tua stessa età, e so bene quanto ti sarà costato lasciare Treviso.

La vita è davvero imprevedibile, e forse è proprio questo a renderla così speciale. Così preziosa. Purtroppo certe cose capitano anche se non te le vai a cercare, ad esempio mentre ti bevi una birra con gli amici, come accaduto a te. La vita è un dono, perdere quella sarebbe la vera tragedia. Tutto il resto si affronta, poco per volta e mai da soli. L’importante è che tu e i tuoi cari sappiate evitare di farvi schiacciare dal dolore, perché chiudersi in se stessi non porta a nulla. Bisogna aprirsi al mondo per reagire. Con coraggio e positività. Ho condiviso l’appello di tuo padre: «chi sa qualcosa, parli!». È impensabile che non ci siano testimoni.

Qualcuno avrà sicuramente visto qualcosa e serve che quel qualcuno si metta la mano sul cuore e sulla coscienza e parli! I colpevoli pagheranno, vedrai. In questi giorni mi tengo aggiornata grazie al presidente della tua federazione, Paolo Barelli, e ho scoperto che c’è una grande famiglia che ti circonda di affetto e non parlo solo di quella sportiva, ma anche quella della società civile. Prego perché tu possa aprire presto gli occhi e regalare un sorriso ai tuoi cari e, se lo vorrai, verrò a trovarti anch’io per condividere un sorriso, un abbraccio, un po’ di energia positiva quella che serve per rialzarsi più forti di prima. Ti porterò una copia del mio libro: leggendolo, spero che tu possa trovare spunti utili per imparare a trasformare una tragedia in una nuova opportunità di vita. Se ce l’ho fatta io, ce la farai di certo anche tu! Te lo meriti. Sei un campione! Non devi mollare, proprio come in gara. Adesso ne hai una bella tosta da affrontare, quella con la vita. Tutti noi tifiamo per te! Tutta l’Italia è con te! Forza campione! #nevergiveup.

*Giusy Versace, 41 anni, è atleta paralimpica e parlamentare: nel 2005. Ha perso le gambe in un incidente d’auto sulla Salerno-Reggio Calabria. Nel 2010 ha iniziato a gareggiare con protesi in carbonio: ha vinto 11 titoli italiani di atletica leggera. Argento e bronzo agli Europei, finalista nei 200 alle Paralimpiadi di Rio, fondatrice della Onlus Disabili No Limits, nel 2014 vince ‘Ballando con le stelle’. Ha presentato la Domenica Sportiva.
(fonte: Quotidiano.net - 06/02/2019)