È successo qualcosa in questo paese
“Eppure abbiamo, Dragan, piedi, non radici, e lo sappiamo.
Lo sanno i fanatici della tradizione, che ci vorrebbero tutti come alberi?”
(Eccessi di culture, Marco Aime)
foto di Solidaria-Bari |
Quello che accade sul palco è evidente e angosciante: di fronte a un governo che sbandiera, per dirla con Marco Revelli, “la propria ostentazione del disumano”, c’è l’inedita assenza di un’opposizione politica. Intanto xenofobia e razzismo popolare precipitano sulla vita di migliaia di persone. Quello che invece accade dietro le quinte, o meglio, sotto il palco, dove gli spettatori a volte diventano attori, viene lasciato al buio oppure ignorato: malgrado questo gli ultimi mesi hanno cominciato a mostrare tante forme di resistenza diffusa al razzismo. Qualche esempio? I presidi ai porti, l’enorme solidarietà per l’aggressione politica e giudiziaria contro Riace, il sostegno a Mediterranea, i digiuni con e per i migranti, la disponibilità ad accogliere rifugiati in casa, le risposte maturate in diverse città contro le odiose azioni compiute nelle scuole nei confronti di bambini di origine migrante, e ancora manifestazioni come quella degli Indivisibili, la crescita o la nascita di reti come il Forum per Cambiare l’ordine delle cose e Saltamuri, l’appoggio alle azioni di sindaci che si rifiutano di applicare il decreto sicurezza convertito in legge (su questo fronte si muove la nascente rete delle Città solidali con i sindaci di Madrid, Barcellona, Valencia, Saragozza, Palermo, Milano, Bologna, Napoli, Siracusa e Latina mentre sull’accoglienza diffusa è impegnata da tempo la Rete dei Comuni Solidali), la scelta di alcune Caritas locali di non allontanare dai centri che gestiscono i migranti che perderanno il diritto all’accoglienza, ma anche la grande partecipazione alla proiezione di alcuni documentari di Zalab.
Qualcosa è cambiato: ci sono in questo momento una grande domanda di partecipazione di donne e uomini e numerosi percorsi avviati da pezzi diversi di società che delineano qualcosa di inedito quanto incoraggiante.
Nelle prossime settimane saranno molte e differenti le nuove occasioni in cui l’arcipelago del ribellarsi facendo lotta al razzismo si prenderà la scena. L’appello dell’Associazione Genitori Di Donato alla Roma antirazzista e solidale per un presidio rumoroso e colorato all’Esquilino è stato ben accolto: l’appuntamento è per domenica 17 febbraio alle ore 10. Sempre a Roma, una rete più ampia (a cui aderiscono, tra gli altri, Baobab, Arci, Cgil, Casa Internazionale delle donne, Rete degli studenti, Mediterranea, Lunaria, A Buon Diritto, Nuovi desaparecidos, Asgi, Associazione Genitori Di Donato) vuole mettere su anche una giornata di “dialogo con la città” sul fenomeno migratorio con una presenza in più piazze (probabilmente il 23 febbraio). Domenica 17 febbraio importante iniziativa anche a Bari, dove una rete di associazioni, a cominciare da Solidaria (nota per il marchio Sfruttazero), ha proposto al sindaco e presidente dell’Anci Antonio Decaro, una lettera indicando due proposte per difendersi dal “decreto Salvini”, proposte che parlano in realtà a molte amministrazioni locali: approvare e rendere operative le delibere comunali per l’iscrizione anagrafica delle persone senza dimora; avviare un censimento di tutti gli immobili in disuso di proprietà pubblica sul territorio affinché si possa garantire la residenza.
Intanto, dall’assemblea degli #Indivisibili a Macerata (dove in autunno si svolgerà l’incontro nazionale “Miraggi migranti” delle Rete di cooperazione educativa) arrivano notizie importanti: dopo la partecipata manifestazione di novembre è nato un Forum solidale e antirazzista, “un luogo autorevole e autonomo di movimento”: uno spazio di incontro e coordinamento che, tra le altre cose, il primo marzo promuove una giornata di mobilitazione in tante città sul tema della residenza e dell’iscrizione all’anagrafe, mentre in maggio organizza un meeting di approfondimento su solidarietà, antirazzismo ed esclusione sociale e sostiene l’iniziativa internazionale (5 maggio) di denuncia delle politiche migratorie razziste, xenofobe dell’Ue proposta dalla Caravana Abriendo Fronteras, nata intorno a cento collettivi spagnoli in rete con altre realtà europee (qui il resoconto dell’assemblea degli Indivisibili).
Sabato 2 marzo nuovo appuntamento con L’Italia che resiste, manifestazione di protesta autoconvocata da cittadini e associazioni (su proposta di alcuni volontari della Ong Rainbow for Africa) davanti ai municipi di diverse città per “resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalla povertà”. “People – prima le persone” è invece il titolo della mobilitazione nazionale in programma a Milano il 2 marzo, a cui hanno aderito Acli, Anpi, Amnesty, Arci, Casa della carità, Camera del lavoro, Sant’Egidio, Emergency e altri. Nella stessa giornata, il 2 marzo, a Roma la redazione di Comune promuove un incontro e una cena a Scup con Ascanio Celestini durante il quale saranno anche segnalate le iniziative di Atto contrario.
Incontri, videoproiezioni, partite di calcio, pranzi e cene in piazza, concerti, presentazioni di libri, passeggiate a piedi o in bici, presìdi, scuole di italiano all’aperto, giochi di strada, mostre fotografiche, letture di libri di scrittori del sud del mondo, assemblee, feste, spettacoli teatrali… : dal 15 al 17 marzo c’è Atto contrario, iniziative di ogni tipo in molte città contro il razzismo per rifiutare il buio dei nostri giorni e cantare la bellezza della resistenza (tra i firmatari dell’invito ad Atto contrario Alex Zanotelli, Andrea Segre, Mimmo Lucano, Alessandro Metz, Ascanio Celestini, Lea Melandri, Franco Berardi Bifo, Nicoletta Dentico…).
Il 20 marzo, inoltre, si conclude con un appuntamento a Roma, la campagna “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie”, iniziativa dei cittadini europei per decriminalizzare il reato di solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati e tutelare i loro diritti umani. Tra gli appuntamenti più attesi, infine, la due giorni – 30 e 31 marzo – di scambio, approfondimento e coordinamento promossa a Roma dal Forum per cambiare l’ordine delle cose (con gruppi di lavoro tematici e plenaria, presto il programma completo).
Insomma, la campagna elettorale per le europee e l’avvio di quello che chiamano “reddito di cittadinanza” non sembrano aver assopito desideri e capacità di migliaia di persone di tessere relazioni sociali diverse. L’affermazione della fraternità/sorellanza sociale e l’affermazione della libertà di movimento restano due strade, per quanto in salita, da percorrere per cercare vie d’uscita dal labirinto della paura e dell’impotenza.
(fonte: COMUNEinfo di Gianluca Carmosino 14/02/2019)