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domenica 13 maggio 2018

Papa Francesco a Nomadelfia e Loppiano, memoria e profezia - Nomadelfia, il luogo della «legge della fratellanza», non è nel passato. È un posto concreto del nostro presente - Loppiano è un luogo che assomiglia a un piccolo Stato, al cui fondamento è la legge della carità proposta nel Vangelo.


Andrebbe messa la firma dell’autore degli Atti degli apostoli a questa cronaca che racconta i passi e i gesti di Francesco con il popolo di Nomadelfia. Il lead più appropriato va preso pari pari da quelle pagine: «Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno». Sono due paragrafi, il 44 e il 45, del secondo capitolo degli Atti: un brano celebre che racconta come viveva la prima comunità cristiana.

“Viveva”: una parola che sembra allontanare verso un tempo irripetibile. Eppure...

Legge in greco si dice nomos, fratellanza adelphia. E Nomadelfia, il luogo della «legge della fratellanza», non è nel passato. È un posto concreto del nostro presente, sulle colline della Maremma a due passi da Grosseto. E oggi come allora il popolo della “nomadelfia” si raccoglie intorno al capo degli apostoli. Allora era Pietro. Oggi è il suo successore Francesco.

C’è qualcosa di antico ma non vecchio, anzi giovane, dell'eterna giovinezza della Chiesa, in questo luogo dove trecento persone vivono insieme mettendo in comune i beni, dove non esistono né denaro né proprietà privata, dove non ci sono padroni o dipendenti, dove gli uomini e le donne sono padri e madri di tutti i bambini accolti perché sono stati aboliti la parola «orfano» e pure i cognomi. Dove, in una parola, si vive “nomadelfia”: «la fraternità è legge».
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Una cittadella sui generis, appena duecentosessanta ettari di superficie, messa sotto la protezione di Maria e alimentata dalla spiritualità di comunione. Loppiano è un luogo che assomiglia a un piccolo Stato, al cui fondamento è la legge della carità proposta nel Vangelo. Conta solo ottocentocinquanta abitanti di sessantacinque nazioni diverse. Ma la sua importanza non si misura dai numeri, piuttosto da ciò che rappresenta: un faro di amore nel cuore della società, secondo le intenzioni della fondatrice del movimento dei Focolari, Chiara Lubich.

Francesco ha visitato questa cittadella, dove tutto ancora parla di Chiara, giovedì mattina, 10 maggio. È stata la prima volta di un Papa a Loppiano. Lo attendevano gli abitanti stabili e quelli che vi risiedono solo per frequentare le dodici scuole internazionali che vi sono ospitate. Molti i rappresentanti dell’universo dei Focolari. Tra questi, le famiglie, che vivono nella scuola Loreto, i giovani, chiamati a consacrare la loro vita a Dio e pronti a partire per i diversi “focolari” del mondo, i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi e le religiose che vengono per approfondire e vivere la spiritualità comunitaria, i “Gen”, la generazione nuova suddivisa per scaglioni di età, i volontari e le volontarie, i laici che studiano alla scuola della pace per diventare nella società in cui vivono apostoli del dialogo. Circa settemila persone, ma solo una piccola espressione delle migliaia di visitatori che ogni anno frequentano la cittadella, diventata punto d’incontro tra popoli, culture e religioni diverse, simbolo di una convivenza multiculturale fondata sul Vangelo. Sì, perché Loppiano, nel cuore della Toscana, tra le colline del Chianti, in quella valle dell’Arno a soli venti chilometri da Firenze, rappresenta un “laboratorio di città”. Un luogo che, dal 1964, anno della sua fondazione, vuole essere capofila delle altre venticinque cittadelle dei Focolari sparse per il mondo intero, dove si realizza la convivenza basata sulla fraternità universale e la comunione tra persone diverse per età, condizione sociale, tradizioni, cultura e fede religiosa.
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Papa Francesco a Nomadelfia e Loppiano, memoria e profezia


Tutta dedicata alla visita del Papa a Nomadelfia e Loppiano la puntata di Ecclesia del 10 maggio. A raccontare quanto accaduto in mattinata nell’opera fondata da Don Zeno, che Francesco ha definito “una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella”, Rita Salerno che ha raccolto le voci dei testimoni dell’incontro. Mentre Marino Galdiero ha intervistato Francesco Matterazzo, presidente della comunità che vive evangelicamente secondo la legge della fraternità, subito dopo la partenza del Papa alla volta di Loppiano. Nella cittadella del Movimento dei Focolari Giorgia Bresciani ha raccolto a caldo i commenti della presidente Maria Voce e del copresidente Jesus Moran alle intense risposte che il Papa ha offerto, riflettendo su memoria, fedeltà creativa, senso dell’umorismo, spiritualità del noi.

Nomadelfia. Il Papa: la vostra è una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo
Visita del Papa questa mattina in Toscana a Nomadelfia, comunità fondata da don Zeno Saltini. La nostra inviata Rita Salerno.


Loppiano. Papa Francesco: qui tutti si sentono a casa
Dopo la visita a Nomadelfia, Francesco è andato a Loppiano, dove ha incontrato la comunità dei focolari. La nostra inviata Giorgia Bresciani.


Dunque piste interessanti quelle offerte dal Papa che ha risposto a Loppiano a tre domande
E sulle consegne che Francesco ha lanciato al Movimento dei Focolari Giorgia Bresciani ha raccolto la riflessione a caldo della presidente Maria Voce.


Questa mattina a Nomadelfia il Papa ha affidato due figli ad altrettante famiglie con le parole del Vangelo che da sempre ha scelto per questo momento la comunità di don Zeno: “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre”. 
L’intervista di Marino Galdiero a Francesco Matterazzo, presidente di Nomadelfia, subito dopo la visita di Francesco, parte proprio da questo punto, dal significato di questo gesto.

La visita del Papa in Toscana. 
Prima tappa la comunità di Nomadelfia fondata da Don Zeno Saltini. La legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di don Zeno”, ha detto Francesco. 
Sentiamo la testimonianza di Zaira, di 90 anni, una delle prime a seguire don Zeno nell’esperienza comunitaria, intervistata da Rita Salerno.