No ai ministri di rigidità,
Dio vuole misericordia
di Papa Francesco
Dio vuole misericordia
di Papa Francesco
Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
6 ottobre 2015
Non capire e non accettare la misericordia di Dio è il rischio da cui ha messo in guardia Francesco, invitando a non avere la testardaggine e la rigidità di considerare più importante la propria predica, i propri pensieri e «tutto quell’elenco di comandamenti che devo fare osservare». È, appunto, un invito a obbedire alla volontà di Dio, lasciando agire la sua misericordia e non a sfidarla, quello rivolto dal Papa nella messa celebrata martedì mattina, 6 ottobre, nella cappella della Casa Santa Marta.
«Alcuni giorni fa, il giorno della festa degli angeli custodi, abbiamo riflettuto sulla docilità a Dio, la docilità allo Spirito Santo, come strada di santità e di vita cristiana», ha ricordato Francesco all’inizio dell’omelia. Poi, ha proseguito, «in questi tre giorni — ieri, oggi e domani — la liturgia ci fa riflettere sopra il contrario, cioè la resistenza alla volontà di Dio: non fare quello che Dio vuole, non essere docile»
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Il salmo 129 «che oggi abbiamo pregato — ha detto ancora Francesco — ci suggerisce di attendere il Signore “perché con il Signore è la misericordia, e grande è con lui la redenzione”». Dunque, ha rilanciato il Papa, «dove c’è il Signore, c’è la misericordia». E «sant’Ambrogio aggiungeva: “E dove c’è la rigidità ci sono i suoi ministri”», riferendosi alla «testardaggine che sfida la missione, che sfida la misericordia».
«Vicini all’inizio dell’anno della misericordia — ha esortato il Pontefice prima di riprendere la celebrazione — preghiamo il Signore che ci faccia capire com’è il suo cuore, cosa significa “misericordia”, cosa vuol dire quando lui dice: “Misericordia voglio, e non sacrificio”». E «per questo — ha concluso — nella preghiera colletta della messa abbiamo pregato tanto con quella frase tanto bella: “Effondi su di noi la tua misericordia”, perché soltanto si capisce la misericordia di Dio quando è stata versata su di noi, sui nostri peccati, sulle nostre miserie».
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MEDITAZIONE MATTUTINA del 6 ottobre 2015
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Servizio CTV