'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mc 10,46-52
Il brano del Vangelo di Marco di questa XXX Domenica del tempo ordinario chiude la sezione iniziata al c.8,27 e apre l'ultima e più lunga parte del Vangelo, forse la più complessa e difficile.
Gesù giunge a Gerico, città situata in una depressione, a quasi 400mt. sotto il livello del mare e la attraversa; lì avviene l'incontro con Bartimeo, cieco, seduto ai bordi della strada a mendicare. Gesù ha da poco terminato di avvisare - e per la terza volta - i suoi discepoli di non lasciarsi irretire dalla mentalità mondana del potere e del dominio, li ha esortati ad 'aprire gli occhi' per poter vedere bene quali sono le esigenze del Regno da Lui proclamato: l'amore, l'umiltà, il servizio vicendevole.
Ma la comunità dei discepoli sembra non comprendere, pur andando dietro Gesù ha suoi progetti, segue la sua via, non capisce e non accoglie il cammino che Gesù sta proponendo. Bartimeo allora è cifra di ogni comunità, di ogni credente che invece di seguire Gesù va in cerca di ben altro, si lascia abbacinare dal potere e dal prestigio, i quali rendono e lasciano sempre più ciechi di fronte alla gloria di Gesù, che si è rivelato come l'ultimo di tutti e il servo di tutti. Solo riconoscendo la nostra cecità, il vuoto di una vita vissuta ai margini della Vita, solo nell'invocazione di aiuto urlata a "Gesù Figlio di Davide" potremo ottenere la luce della fede che ci dà il coraggio di gettare via il mantello dei nostri progetti e, nudi come nuovi Adamo rinati dalle mani di Dio, saremo resi capaci andare dietro a Lui fino a Gerusalemme, fino alla donazione totale di sé al Padre e ai fratelli amando fino alla fine, nell'umiltà e nel servizio.