TAVOLA ROTONDA
“Dare un volto umano alla città:
l’esperienza di Giorgio La Pira ci interpella”
BARCELLONA P.G. (ME)
sac. Giuseppe Turrisi, vicario foraneo
Intervengono:
p. Gregorio Battaglia ocarm,
il sindaco Maria Teresa Collica,
l’assessore Raffaella Campo,
la Dott.ssa Maria Rosa Naselli.
la Dott.ssa Maria Rosa Naselli.
"...La Bibbia dei
cristiani si chiude con il libro dell’Apocalisse, che a sua volta propone come
sbocco finale della storia umana la discesa dal cielo “della città santa, della nuova Gerusalemme”, la cui bellezza
consiste soprattutto nelle proporzioni ben misurate e nelle dodici porte sempre
aperte. Questa “nuova città” si presenta come superamento e trasfigurazione
della città degli uomini, raffigurata in modo simbolico dalla città di
Babilonia, luogo di incontro, di scambio e di affluenza di ogni bene, ma anche
luogo di perdita del valore della creatura umana, ridotta anch’essa a merce di
scambio (cf. Ap 18).La Bibbia vede
la città, in quanto realtà delimitata da mura, come un grembo, chiamato a
custodire e a favorire la vita di coloro che vi sono accolti. Dentro di essa
l’uomo può esplicare la sua intima natura relazionale, perché la città con il
suo modo di organizzarsi può favorire lo sviluppo delle arti e dei mestieri. Eppure
la città è sempre tentata di tradire la sua vera vocazione ad essere spazio di
vita e di comunione. Non per nulla la Bibbia pone come fondatore della città lo
stesso Caino, l’uomo incapace di alzare lo sguardo per vedere l’altro non come
nemico, ma come fratello.
Per
la Bibbia l’uomo e la stessa città hanno bisogno di essere riscattati, redenti,
chiamati, cioè, ad abbandonare la forma Cainesca, che tende a produrre
inesorabilmente emarginati e vite scartate, per assumere il volto che le viene
donato dal cielo. Per questo Gerusalemme è la città verso cui tutti siamo
incamminati, anche le stesse città degli uomini, perché essa si presenta
davvero come la città della pace, in quanto vero spazio di fraternità .. " (p. Gregorio Battaglia o.carm)