"Uomo dove sei?”
La crisi antropologica oggi interpella la fede cristiana
di p. Gregorio Battaglia, o.carm
CRISTO SVELA L’UOMO ALL’UOMO
La forza umanizzante del Vangelo
ITINERARIO DI FORMAZIONE
PER LA VITA CRISTIANA
Anno 2015
Vicariato di Barcellona PG (ME)
12 gennaio 2015 - Primo incontro anno 2015
Ben cinquant’anni fa il Concilio Vaticano II nella costituzione pastorale Gaudium et spes (= GS) , cercando di leggere alla luce della Parola di Dio la situazione del suo tempo, prendeva atto che l’umanità era di fronte ad una grave crisi antropologica. Nell’analisi proposta la GS mette in risalto i profondi cambiamenti, che le nuove scoperte e l’innovazione tecnologica hanno provocato nella vita personale e sociale dell’umanità, ma allo stesso tempo non manca di far osservare come questi rapidi mutamenti abbiano accresciuto lo stato di alienazione dell’uomo.
Per la GS il mondo che le sta di fronte è profondamente segnato da sentimenti contrastanti, che portano l’umanità a «sentire il peso della inquietudine, tormentata tra la speranza e l’angoscia, mentre si interroga sull’attuale andamento del mondo, il quale sfida l’uomo, anzi lo costringe a darsi una risposta» (GS 4).
Le cause di tale inquietudine sono sintetizzate dal Concilio in tre fattori:
1. «mentre l’uomo tanto largamente estende la sua potenza, non sempre riesce a porla a suo servizio».
2. «si sforza di penetrare nel più intimo del suo animo, ma spesso appare più incerto di se stesso»
3. «scopre man mano più chiaramente le leggi della vita sociale, ma resta poi esitante sulla direzione da imprimervi» (GS 4).
Oggi è papa Francesco nella sua esortazione Evangelii Gaudium (= EG) a guardare il mondo alla luce della Parola di Dio per cogliere nell’affascinante progresso scientifico e tecnologico i segni evidenti di una crisi antropologica, che non sembra trovare una via di uscita:
«L’umanità vive in questo momento una svolta storica che possiamo vedere nei progressi che si producono in diversi campi. (…) Questo cambiamento epocale è stato causato dai balzi enormi che, per qualità, quantità, velocità e accumulazione si verificano nel progresso scientifico, nelle innovazioni tecnologiche e nelle loro rapide applicazioni in diversi ambiti della natura e della vita. Siamo nell’era della conoscenza e dell’informazione, fonte di nuove forme di un potere molto spesso anonimo. (…) La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano!» (EG 52-55).
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Il rischio che l’umanità sta correndo è quello di non riuscire più a comprendere il senso del suo stare in questo mondo. Intanto sono caduti i grandi racconti, capaci di veicolare una visione del mondo e della vita ed in grado di offrire un orientamento al cammino di una determinata comunità. Gran parte della riflessione contemporanea tende a sottolineare la libertà da ogni vincolo, anche morale, perché ogni singola persona sceglie secondo la propria sensibilità e i propri desideri.
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Di fronte a tutto ciò Dio non smette di inseguire l’umanità. Egli è Colui che riprende l’iniziativa, riaprendo il dialogo con l’umanità. Egli si fa Pastore buono, pronto a dare la sua vita per le pecore, ma fa ancora di più, perché in Gesù Egli si fa fratello di ogni uomo, perché anche l’ultimo, il più scartato di tutti sia salvo.
Dopo la caduta dei “due” Dio mostra tutta la sua misericordia, mettendosi alla ricerca dell’uomo e, chiamandolo, gli pone il primo e fondamentale interrogativo: “Dove sei?”(Gen 3,9). E’ una domanda che Dio rivolge ad una umanità smarrita, che ha perso il senso del suo essere “uomo”.
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