E’ un noto effetto distorcente dei meccanismi della rappresentanza il fatto che, spesso, i vertici di organizzazioni e istituzioni siano più condizionati e influenzati dall'attivismo delle minoranze militanti e organizzate che dagli orientamenti prevalenti nelle maggioranze disorganizzate. Qualcosa del genere sembra capitare, sui temi dell'immigrazione, anche alla Chiesa cattolica.
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«Le leggi e le prassi amministrative devono favorire l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati consentendo occasioni di ingresso nella legalità, favorendo il giusto diritto al ricongiungimento familiare, all’asilo e al rifugio». Questo intervento di Benedetto XVI, di pochi mesi fa, rappresenta un po’ la summa di quanto la Chiesa pensa del problema dell’immigrazione. Le parole-chiave sono tre: accoglienza, integrazione, legalità. Dal papa in giù, ogni volta che la Chiesa cattolica si esprime sulla questione, sono queste tre parole a essere riproposte.
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... Poteva la Chiesa tacere? No. E infatti ha fatto sentire la sua voce, prima attraverso un netta presa di posizione della Cei. E poi al più alto livello e con una fortissima ed inequivocabile scelta simbolica: le parole sul tema pronunciate dal Santo Padre in francese
Fanno ancora discutere i rimpatri di gruppi di rom dalla Francia. Anche ieri (20/08) un aereo con 130 persone ha lasciato Parigi per la Romania. Intanto, in Italia, il ministro dell’Interno Roberto Maroni dice che bisogna arrivare alla possibilità di espellere anche i cittadini comunitari e plaude all'espulsione dei rom decisa da Sarkozy.
Ascolta l'intervista di Alessandro Guarasci (Radio Vaticana) a mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei:
Fondazione Migrantes sulle espulsioni dei rom: una politica discriminatoriaLeggi: il post del 25 agosto