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mercoledì 14 gennaio 2015

Sempre saggio ed attuale il Cardinal Martini: Cinque motivi per non temere l'Islam


Eminenza, argomento molto delicato... musulmani e cristiani! Immagino che lei, come il Santo Padre, abbiate letto il Corano almeno una volta. Conoscendone voi il contenuto, ne conoscete anche la pericolosità. Perché allora continuiamo a permettere di costruire moschee? Di predicare in arabo? Lei è a conoscenza che in Egitto ed in altri Paesi arabi non è permesso suonare le campane delle chiese? Ce lo proibiranno anche qui, come hanno chiesto di togliere i crocifissi dalle scuole... Siamo in pericolo e la Chiesa non fa nulla... Dove sta andando la cristianità? Sta cadendo in un inferno che si chiama Islam. Nicoletta Soffiati Milano 
Mi sembra che tutti, giornalisti e politici in primis, si nascondano dietro il famoso palo. Nessuno ha il coraggio di dire come stanno realmente le cose. A mio avviso, non è solo un discorso che coinvolge la religione, bensì il fatto che da noi la religione non è legge dello Stato, ed ognuno di noi se ne costruisce una propria, a seconda delle esigenze (così fa anche lo Stato), mentre i popoli musulmani hanno la religione come legge dello Stato e regola di vita. Questo è il problema. Mi dica se sbaglio. Leopoldo Aggujaro Cittadella (Padova) 

Fin dall'inizio di questa corrispondenza ho ricevuto non poche lettere centrate su questo tema: l'Islam (si potrebbe anche dire «la paura dell'Islam»). 
Vorrei anzitutto esporre qualche considerazione generale, che inquadra il problema. 
1. Distinguo tra una religione in astratto (con l'insieme delle sue credenze, norme, tradizioni e consuetudini) dal modo concreto con cui la religione viene vissuta. Questa seconda realtà è decisiva per ciascuno. I fondamentalisti partono da una religione non vissuta, ma pensata. 
2. Conosco non poche persone di religione islamica che sono sinceri cercatori di Dio e che, venendo tra noi, non chiedono che di trovare un po' di lavoro e di farsi strada a poco a poco nella società, pensando soprattutto alla propria famiglia. Essi vivono quei valori che il Concilio Vaticano II ha riconosciuto all'Islam (Documento Sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, n.3) come l' adorazione dell' unico Dio, misericordioso e compassionevole, e la sottomissione a Lui. 
3. I fondamentalisti (che ci sono un po' ovunque) esigono un'applicazione stretta della legge coranica nella società civile, non distinguendo la religione dalla società. Essi vorrebbero naturalmente attuare questo anche in Europa. 
4. Si chiede dunque all'Occidente di esercitare un discernimento che smascheri gli estremisti e faccia capire che non v'è posto per essi in una società che vuol essere democratica e pluralista. Ciò esige che noi crediamo in questi valori e li viviamo sul serio! Ogni irresponsabilità del nostro mondo occidentale è un favore fatto ai fondamentalisti. 
5. In ogni modo va sottolineato che non esiste un solo Islam, ma ci sono in esso varie correnti e obbedienze. Gli estremisti non rappresentano che una voce tra le tante, anche se oggi è la più forte e giustamente può incutere timore...