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mercoledì 10 dicembre 2025

Alex Zanotelli È in atto una guerra contro i migranti. Istigati da Trump anche i vertici UE stanno varando politiche criminali e razziste

Alex Zanotelli
È in atto una guerra contro i migranti.
Istigati da Trump anche i vertici UE
stanno varando politiche criminali e razziste 


Mai come in questo momento è importante continuare con il nostro Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti, diventati oggi, per Trump e per i governi di ultradestra, i nemici dell’Occidente. L’attacco di Trump all’Unione Europea è chiaro: “Le migrazioni di massa, illegali e legali, sono una minaccia esistenziale per la civiltà occidentale e la sicurezza dell’Occidente e del mondo.”

Meloni e Orban sono lodati da Trump come eccezioni nella gestione dei migranti. E qui emerge con chiarezza il pensiero fondamentale su cui vola l’ultradestra mondiale: il suprematismo bianco, la convinzione che la ‘tribù bianca’ è detentrice della civiltà, della cultura e della vera religione.

È questo il pensiero che è stato alla base del colonialismo. Per questo motivo è in atto la guerra contro i migranti, soprattutto se neri o musulmani. Una guerra portata avanti con politiche criminali e razziste sia da parte della UE come del governo Meloni, che hanno causato la morte di decine di migliaia di migranti sepolti nel Mediterraneo. Non solo, la UE ha perseguito la politica dell’“esternalizzazione delle frontiere”, siglando accordi con governi sia del Nord Africa come della Turchia, perché trattengano milioni di migranti nei loro paesi. Per questo la UE ha già dato nove miliardi di euro alla Turchia per trattenere i migranti in paurosi campi di concentramento.

Ora, ritengo che l’attacco durissimo di Trump contro la UE abbia spinto ieri anche il Parlamento europeo ad accettare quello che chiede Trump: tagliare, in maniera ancora più drastica, i diritti dei migranti stabiliti dalle Convenzioni internazionali. Infatti, il Parlamento europeo ha stabilito i seguenti “paesi sicuri” nei quali si potranno deportare le persone che da lì sono fuggite: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia.

Come si possono etichettare sicuri quei paesi in cui vi sono gravi violazioni dei diritti umani, con numero impressionante di detenuti politici per non parlare di sparizioni, esecuzioni extra
-giudiziarie? La drammatica conseguenza è che la domanda di asilo da parte dei migranti potrà essere considerata inammissibile.

Addio all’articolo 10 della nostra Costituzione. Per di più, il Parlamento europeo ha così benedetto il modello Albania, per cui altri Stati potranno imitarne l’esempio. È il trionfo dei governi di ultradestra in Europa.
Penso che avesse ragione quel grande profeta che è stato Papa Francesco, quando nel suo viaggio a Lampedusa, invocò Dio perché ci conceda “la grazia di piangere sulla nostra indifferenza.”

Come digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti ci incontreremo il 10 dicembre dalle ore 16 alle ore 17,30 in via San Nicola de’ Cesarini (Largo argentina), a Roma.

Padre Alex Zanotelli a nome del Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti

Nella foto: lo scorso 25 marzo la Guardia Costiera libica – finanziata, equipaggiata e addestrata dagli Stati membri dell’Unione Europea – ha minacciato l’equipaggio della Ocean Viking con colpi d’arma da fuoco, prima di intercettare brutalmente circa 80 persone in difficoltà in acque internazionali.

La nave di soccorso Ocean Viking, gestita da SOS MEDITERRANEE, è stata intercettata dalla motovedetta 656 della Guardia Costiera libica che si è avvicinata pericolosamente alla Ocean Viking. Tutti i tentativi del team di comando di contattarla via VHF (radio) sono rimasti senza risposta. L’equipaggio della motovedetta libica ha iniziato a comportarsi in modo aggressivo, minacciando con le armi e sparando colpi di fucile in aria, a poche decine di metri di distanza dalla nostra nave.

Dato che l’incolumità dell’equipaggio era minacciata, la Ocean Viking non ha avuto altra scelta che allontanarsi dalla scena, mentre la Guardia Costiera libica continuava a sparare colpi di arma da fuoco. L’aereo civile di sorveglianza Seabird 2, gestito dalla ONG Sea Watch, ha monitorato la scena. Seabird 2 ha in seguito confermato di aver avvistato persone cadute in mare dal gommone e poi recuperate. Circa 80 persone sono state dunque bloccate in mare e riportate forzatamente in Libia
(fonte: Faro di Roma 09/12/2025)