#Innamorarsi
Gianfranco Ravasi
Un uomo si innamora di un corpo, e poi scopre che c’è molto di più. Una donna s’innamora di un’anima e poi scopre che c’è molto di meno .
Mi sono imbattuto in questo acuto aforisma sfogliando una raccolta di detti e proverbi. L’attribuzione è ai miei occhi un po’ sospetta: «figli del deserto», una locuzione che può variare dai beduini del Vicino Oriente fino ai berberi dei monti dell’Atlante. In realtà, si ha l’impressione di una trascrizione secondo lo stile del pensiero occidentale. Ciò non toglie la verità profonda dell’asserto. Almeno a livello generale, è facile che il maschio cerchi una femmina attraente per poi scoprire una donna con una ricchezza di sentimenti e di esigenze d’amore che egli non sa soddisfare. Altrettanto fondato è l’inverso.
Un proverbio, questa volta veramente orientale, rileva che gli uomini s’innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie, cioè con l’ascolto. Possono, perciò, essere conquistate dalle parole dolci, dalle promesse solenni, dai racconti fittizi. Una volta che si instaura un rapporto permanente, ecco la scoperta amara: quell’uomo è banale, superficiale, e forse alla fine persino prepotente, in pratica senz’anima.
Questa duplice lezione, al maschile e al femminile, custodisce una verità di cui molti sono stati testimoni e forse protagonisti. Ricordiamo che, a livello umano autentico, sono aperti tre gradi nell’esperienza della relazione uomo-donna. C’è l’indubbia sessualità primaria, necessario principio di vitalità che ci accomuna al mondo animale. C’è, però, una tappa successiva per l’umanità, ed è l’eros, ossia la scoperta della bellezza, del sentimento, della tenerezza, della passione. Ma il vertice della triade è nell’amore che trasfigura gli altri due livelli e che è donazione reciproca: «Il mio amato è mio e io sono del mio amato», dichiara la donna del Cantico dei cantici (2,16), convinta che «l’amore è forte come la morte» (8,6).
(Fonte:“Il Sole 24 Ore - Domenica” del 2 marzo 2025)