"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Vangelo:
Mc 6,1-6
Dopo la guarigione della donna affetta da metrorragia e la resurrezione della figlia di Giairo, Gesù torna a Nazareth tra coloro che lo conoscono e lo hanno visto crescere. Se la fede della donna e di Giairo è stata la causa dei due miracoli, a Nazareth Gesù non trova fede e non può operarne. Se prima era il popolo a stupirsi delle opere da Lui compiute (5,42), ora è Gesù a meravigliarsi del rifiuto e della mancanza di fede dei nazaretani. Costoro, come scrive Paolo, conoscono il Gesù «secondo la carne» (2Cor 5,6), ma ciò non è sufficiente per conoscerlo realmente. C'è solo una conoscenza che permette di entrare in relazione con Gesù in modo vitale, ed è quella della fede in Lui, di una adesione vera, profonda e totale alla sua persona, al suo vissuto, al suo progetto d'amore per gli uomini. Nella mancanza di fede dei nazaretani possiamo oggi intravedere la mancanza di fede della Chiesa, di una Chiesa che ritiene di conoscere il suo Signore solo perché gli rende culto, una Chiesa che lo prega, lo celebra, lo professa, lo maneggia e lo tocca nei sacramenti, ma non è capace, o fa fatica, a riconoscerne il volto sui volti dei crocifissi di oggi, nell'esistenza, tragica e dolorosa, dei miseri, degli ammalati, dei migranti, degli emarginati, di tutti coloro che sono sistematicamente esclusi dal banchetto della vita. Anche Costoro, come la Parola di Dio e l'Eucaristia, sono Sacramento, vivente e santo, della presenza di Dio nel mondo.