Nella città dolente.
Viaggio nell’Inferno di Dante
con il Card. Ravasi
(VIDEO INTEGRALE)
Per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante programma speciale di TV2000 è stato condotto da Pamela Villoresi con la guida del viaggio nella spiritualità di Dante del Card. Gianfranco Ravasi.
Hanno partecipano con la lettura di alcuni canti della Divina Commedia e con testimonianze Carlo Verdone, Nancy Brilli, Alessandro Haber, Marco Damilano, Francesca Mannocchi, Mario Calabresi, Edith Bruck.
Le musiche sono di Giovanni Caccamo, ambientate nella suggestiva cornice delle Catacombe di Domitilla, a Roma.
“Il messaggio di Dante è il messaggio di speranza, e soprattutto del desiderio di luce: la parola desiderio in italiano è straordinaria, perché deriva da de sideribus, cioè dalle stelle, questa è la grandezza del messaggio di Dante”, ha affermato il cardinale Ravasi.
"... Ciò che regge il cammino di Dante, il nostro cammino, è la speranza. Il viaggio comincia dall’Inferno, nel realismo del sottosuolo, nel fango della storia, la terra come «l’aiuola che ci fa tanto feroci» vista dall’alto del Paradiso, al canto XXII. Ma non è che finisca con il dolore irrimediabile di cerchi, gironi e bolge. Nel Purgatorio c’è la rappresentazione simbolica del passaggio dal peccato alla catarsi alla liberazione, dell’intreccio tra grazia divina e libertà umana. Ad esempio, quando nel canto terzo mette in scena la figura di Manfredi, che era stato trafitto da due colpi di spada.Manfredi, figlio illegittimo di Federico II, era stato scomunicato. E mentre sta morendo si rivolge a “quei che volontier perdona”, a Dio. Sono versi fondamentali: “Orribil furon li peccati miei;/ ma la bontà infinita ha sì gran braccia/ che prende ciò che si rivolge a lei”. Questa è la parabola del figliol prodigo: fino all’ultimo il Padre ti tende le “gran braccia”. Dante, oltre che poeta sommo, è un grande cristiano. Ed è di casa in Vaticano, infatti nella Stanza della Segnatura, Raffaello lo rappresenta due volte. Nella cosiddetta Disputa del Santissimo Sacramento, sintesi della dottrina trinitaria, appare tra Agostino e Tommaso d’Aquino, come un teologo che annuncia la verità divina. La seconda immagine, col suo profilo segaligno, lo raffigura sul Parnaso come poeta, con Omero e Virgilio: la via pulchritudinis, la bellezza che parla anche a chi non crede. Interessante l’ interpretazione duplice: Dio gli ha dato il dono della poesia e lo ha incaricato di dire la verità. Il bello e il vero uniti".
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