L'uomo dell'età moderna e la Chiesa
Congresso internazionale a Roma 16-19 novembre 2011
Cos'è la Modernità? Porsi questo interrogativo è ancora cruciale se, per definire la nostra temperie culturale, non sappiamo trovare termini alternativi e ad essa non correlati (Postmodernità). Il senso del moderno è tutt'oggi disputato quale momento irrinunciabile per la comprensione delle sfide che si pongono al pensiero contemporaneo.
Presenti filosofi, teologi e storici provenienti dalla Gregoriana, da Università statali italiane (Roma, Torino, Urbino, Viterbo, Chieti-Pescara, Lecce) e di diverse nazioni (Parigi, Friburgo, Monaco, Zurigo), differenti per formazione, ma uniti dalla comune preoccupazione per il vissuto odierno, per la Chiesa e per il pensiero della cristianità.
«Nella cultura corrente, infatti – spiega il gesuita Paul Gilbert, nuovo Decano della Facoltà di Filosofia della Gregoriana – le rappresentazioni della Modernità, cioè dei secoli XVII-XVIII, sono spesso contrastate. Il Congresso vuole pertanto approfondire lo studio di alcuni aspetti teologici, filosofici e culturali di questo periodo, al fine di aiutare alla formazione di giudizi equilibrati sul tema».
I secoli di Galileo Galilei e di Roberto Bellarmino, di Matteo Ricci e di Cristoforo Clavio – di cui ricorrerà l’anniversario il prossimo anno (1612-2012) – ci interpellano ancora, proponendo un legame tra tecnica e speculativa molto più forte rispetto a quest’oggi.
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A conclusione delle giornate di studio due conferenze pubbliche di Mons. Peter Henrici e del Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
mons. Peter Henrici: "Perché la filosofia moderna è 'moderna'?"
A seguire post:
- "L'uomo dell'età moderna e la Chiesa" Congresso internazionale (Roma 16-19 novembre 2011) - video della relazione del Card. Gianfranco Ravasi: "La sensibilità moderna e l'Incarnazione"