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venerdì 2 gennaio 2015

Dopo l'attacco di Messori al Papa le risposte di Boff, Alici e Merlo

Le risposte a Messori dopo l'attacco al Papa

Dopo l'immediata reazione di don Nandino Capovilla - ATTACCO AL PAPA: VERGOGNA. "PER AMORE NON TACERÒ!” (clicca sul testo per vedere il post già pubblicato) all'articolo "I dubbi sulla svolta di Papa Francesco" di Vittorio Messori. pubblicato sul Corriere della Sera del 24 dicembre 2014, segnaliamo altri commenti.

Per completezza dell'informazione riteniamo opportuno ricordare, che due giorni prima dell'articolo di Messori, Papa Francesco aveva  affermato che la Curia è fatta di uomini e donne in carne e ossa che quindi hanno bisogno di fare l'esame di coscienza e convertirsi ogni giorno, come tutti noi" e aveva elencato un catalogo di «malattie» indicandone anche i rimedi. (vedi il nostro precedente post: "Il discorso per gli auguri natalizi alla Curia di papa Francesco - Da mille anni nessuno parlava così di Enzo Bianchi")

Appoggio al Papa Francesco
 contro uno scrittore nostalgico
di Leonardo Boff, 
teologo brasiliano


Ho letto con un po’ di tristezza l’articolo critico di Vittorio Messori sul Corriere della Sera esattamente nel giorno meno adatto: la felice notte di Natale, festa di gioia e di luce. Lui ha provato a danneggiare questa gioia al buon pastore di Roma e del mondo, Papa Francesco. Ma invano perché non conosce il senso di misericordia e di spiritualità di questo Papa, virtù che sicuramente non dimostra Messori. Dietro parole di pietà e di comprensione porta un veleno. E lo fa in nome di tanti altri che si nascondono dietro di lui e non hanno il coraggio di apparire in pubblico.
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si è scandalizzato per la “imprevedibilità” di questo pastore perché “continua a turbare la tranquillità del cattolico medio”. Bisogna chiedersi della qualità della fede di questo “cattolico medio”, che ha difficoltà ad accettare un pastore che ha l’odore delle pecore e che annuncia “la gioia del vangelo”. Sono, generalmente, cattolici culturali abituati alla figura faraonica di un Papa con tutti i simboli del potere degli imperatori pagani romani. Adesso appare un Papa “francescano” che ama i poveri, che non “veste Prada”, che fa una critica dura al sistema che produce miseria nella gran parte del mondo, che apre la Chiesa non solo ai cattolici ma a tutti quelli che portano il nome di “uomini e donne”, senza giudicarli ma accogliendoli nello spirito della “rivoluzione della tenerezza” come ha chiesto ai vescovi dell’America Latina riuniti l’anno scorso a Rio.
C’è un grosso vuoto nel pensiero di Messori. Queste sono le due insufficienze teologiche: la quasi assenza dello Spirito Santo. Direi di più, che incorre nell’errore teologico del cristomonismo, cioè, solo Cristo conta. Non c’è propriamente un posto per lo Spirito Santo. Tutto nella Chiesa si risolve con il solo Cristo, cosa che il Gesù dei Vangeli esattamente non vuole. Perché dico questo? Perché quello che lui deplora è la “imprevedibilità” della azione pastorale di questo Papa. Or bene, questa è la caratteristica dello Spirito, la sua imprevedibilità, come lo dice San Giovanni: “Lo Spirito soffia dove vuole, ascolti la sua voce, però non sai da dove viene né verso dove va”(3,8). La sua natura è la improvvisa irruzione con i suoi doni e carismi. Francesco di Roma nella sequela di Francesco d’Assisi si lascia condurre dallo Spirito.

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La pagliuzza nell'occhio del papa
di Luigi Alici

Il pezzo di Vittorio Messori apparso sul "Corriere della sera" è un insopportabile esercizio di giornalismo obliquo, che lascia trapelare un messaggio inequivocabile più per quello che non dice che per quello che dice. ...Al centro dell'articolo, poi, sta l'imprevedibilità (quasi un sinonimo di inaffidabilità…) di papa Francesco, sgradevolmente descritto come "l’uomo che è uscito vestito di bianco dal Conclave": inaffidabile, perché abbraccia i suoi concorrenti che fanno proselitismo, rilascia interviste spericolate a Scalfari (e non ad altri?), augura "buon lavoro" a Pannella diventando complice involontario del suo impegno abortista (qui forse si tocca il fondo…). 
Un giudizio, per fortuna, che resta sospeso, perché l'autore ricorda che i cardinali elettori sono "strumenti dello Spirito Santo", aggiungendo subito dopo, però, l'approvazione di Benedetto XVI (aggiunta di pessimo gusto: e se Benedetto avesse disapprovato?).
Tuttavia, credo che il limite maggiore dell'articolo di Messori sia un altro: esso concorre ad alimentare uno sport fuorviante e irresponsabile, che riduce la grande questione dell'annuncio del vangelo oggi a una misera e personalistica battaglia di retroguardia tra opposte tifoserie. 
Con Benedetto (soprattutto con la sua rinuncia, non dimentichiamolo) è iniziata un'opera provvidenziale di desacralizzazione della figura del papa, che Francesco sta continuando in modo straordinario. Ben diverso, invece, è il tentativo sistematico di screditare la persona chiamata a guidare la Chiesa, messo in atto da scrittori e giornalisti, che ritengono di avere il copyright della fede come hanno il copyright dei propri articoli, pretendendo di vedere - nonostante qualche trave… - la pagliuzza nell'occhio del papa.
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A Vittorio Messori,
 risposta all’articolo sul Corsera del 24/12/2014
di Paolo Merlo 

Senza preamboli e senza peli sulla lingua, voglio fare una breve analisi di quanto da lei scritto.
1. Il “cattolico medio”… definizione tendenziosa per indicare persone che non sono cattoliche ma si vantano di esserlo! “O con me o contro di me!” (s. Paolo).
“Il Vangelo sine glossa” (s. Francesco)… Cattolico è colui che segue il Vangelo (comandamento dell’Amore, del Perdono, della Misericordia!) e basta…
2. “… turbando la tranquillità…” Il Cattolico non può vivere “tranquillo”, il Vangelo di Gesù non lo prevede, nemmeno per un minuto! Il Cattolico deve essere quello del “discorso della montagna”, che accoglie, che visita, che aiuta, che dà… non può stare tranquillo finché c’è un solo fratello in stato di necessità! E soprattutto che si converte continuamente…
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A Vittorio Messori, risposta all’articolo sul Corsera