"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Vangelo:
Mc 3,20-35
Impadronirsi della persona di Gesù è la tentazione più subdola di quanti, anche in buona fede e in ogni tempo, lo hanno incontrato sulla loro strada e ne hanno fatto esperienza: i parenti che lo ritengono un invasato; gli uomini della religione (i teologi); i posseduti da altri spiriti. Ciò che è accaduto a costoro, oggi può accadere anche a noi - la Chiesa - che pur conoscendo Gesù, continuiamo a ritenerlo insano di mente, indemoniato, in nome di un non ben precisato buon senso umano e di una sapienza religiosa che sanno fin troppo di tradimento. Non è sufficiente risultare iscritti nel Liber Baptizatorum della parrocchia o definirsi cristiani, da secoli o per tradizione, per ritenersi realmente familiari di Gesù, per abitare la sua Casa insieme a Lui e mangiare il suo Pane. Il peccato di bestemmia che mai sarà perdonato è quello di non riconoscere nelle opere di vita compiute da Gesù la Presenza dello Spirito di Dio, attribuendole, invece, all'azione del divisore, di non comprendere che ciò che appare stolto e debole agli occhi nostri è, invece, sapienza e forza di Dio (cfr.1Cor 1,25). Se vogliamo davvero fare esperienza del Nazareno è necessario, allora, seguire la logica del Vangelo, la stessa via percorsa da Gesù, evitando assolutamente ogni tentazione di impadronirci di essa o di addomesticarla, riducendo in questo modo la Parola della Vita a semplice parola di uomini.