S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
27 febbraio 2018
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“nel confessionale nessuna minaccia ma il perdono del Padre”
Il Signore non si stanca di chiamare ciascuno a cambiare vita, a fare un passo verso di Lui per convertirci e lo fa con la dolcezza e la fiducia di un Padre: facciano così anche i confessori. Questo il cuore dell'omelia del Papa nella Messa a Casa Santa Marta
La Quaresima è un tempo che "aiuta alla conversione", al riavvicinamento a Dio, al "cambiamento della nostra vita" e questa è una "grazia" da chiedere al Signore.
Gesù chiama con dolcezza e fiducia di padre
Prendendo spunto dalla prima Lettura tratta di Isaia, una vera “chiamata alla conversione”, Francesco nell’omelia della Messa a Santa Marta mostra quale è l’atteggiamento “speciale” di Gesù di fronte ai nostri peccati. “Non minaccia, ma chiama con dolcezza, dando fiducia”. “Su venite e discutiamo” sono le parole del Signore ai capi di Sodoma e al popolo di Gomorra, a cui, spiega il Papa, ha già indicato il “male” da evitare e il “bene” da seguire. Così fa con noi:
Il Signore dice: “Vieni, su. Venite e discutiamo. Parliamo un po’”. Non ci spaventa. E’ come il papà del figlio adolescente che ha fatto una ragazzata e deve rimproverarlo. E sa che se va col bastone la cosa non andrà bene, deve entrare con la fiducia. Il Signore in questo brano ci chiama così: “Su, venite. Prendiamo un caffè insieme. Parliamo, discutiamo. Non avere paura, non voglio bastonarti”. E siccome sa che il figlio pensa: “Ma io ho fatto delle cose…” - Subito: “Anche se i tuoi peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana”.
Anche nella confessione no alle minacce
Come il padre nei confronti di un figlio adolescente, Gesù dunque con un “gesto di fiducia avvicina al perdono e cambia il cuore”. Così ha fatto, ricorda il Papa, chiamando Zaccheo o Matteo, e così fa nella nostra vita, ci fa vedere “come fare un passo avanti nel cammino della conversione”:
Ringraziamo il Signore per la sua bontà. Lui non vuole bastonarci e condannarci. Ha dato la sua vita per noi e questa è la sua bontà. E sempre cerca il modo di arrivare al cuore. E quando noi sacerdoti, nel posto del Signore, dobbiamo sentire le conversioni, anche noi dobbiamo avere questo atteggiamento di bontà, come dice il Signore: “Venite discutiamo, non c’è problema, il perdono c’è”, e non la minaccia, dall’inizio.
Andare dal Signore a cuore aperto: è padre che aspetta
Il Papa racconta a questo proposito l’esperienza di un cardinale confessore che proprio davanti al peccato che intuisce essere “grosso”, non si sofferma troppo e va avanti, continua il dialogo: “E questo apre il cuore” sottolinea Francesco “ e l’altra persona si sente in pace”. Così fa il Signore con noi , dice: “Venite, discutiamo, parliamo. Prendi la ricevuta del perdono, il perdono c’è”:
A me aiuta vedere questo atteggiamento del Signore: il papà col figlio che si crede grande, che si crede cresciuto e ancora è a metà strada. E il Signore sa che tutti noi siamo a metà strada e tante volte abbiamo bisogno di questo, di sentire questa parola: “Ma vieni, non spaventarti, vieni. Il perdono c’è”. E questo ci incoraggia. Andare dal Signore col cuore aperto: è il padre che ci aspetta.
(fonte: VATICAN NEWS)
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