Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 20,1-9
La tomba è il luogo dove gli uomini, tutti gli uomini troviamo convegno, tutti allo stesso modo sconfitti, tutti fagocitati dalla morte, con l'unica differenza, per altro momentanea, tra i già e i non ancora morti. Per questo motivo la grandissima sorpresa del mattino di Pasqua è stata che il sepolcro dove è stato deposto il Signore è vuoto. La tomba vuota infatti è il sigillo della nostra fede, che ha come destino ultimo dell'uomo non la morte ma la resurrezione, perché "se Cristo non è risorto, allora vana è la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede"1Cor 15,14). La morte in se stessa non è un male, piuttosto lo è il nostro modo di comprenderla, ed il peccato è il "pungiglione" che avvelena la nostra esistenza: "Se faccio del mio io il mio dio, principio e fine di tutte le cose, allora per me la morte è la fine di tutto "(cit.). Il limite del tempo che ci fa paura e paralizza la nostra vita non è la fine di tutto, ma lo schiudersi all'incontro con il nostro Principio. " La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è o morte la tua vittoria ? Dov'è o morte il tuo pungiglione ? "(1Cor 15,54-55). Così proclama l'apostolo Paolo che, sulla via di Damasco, aveva fatto l'esperienza del Risorto. E se Gesù è risorto vuole dire che il Padre ha gradito il suo modo di vivere, lo ha trovato conforme al suo progetto originario sull'uomo. La sua vittoria sulla morte è lo 'sfraghìs', il sigillo della fedeltà di Gesù al sogno d'amore del Padre per l'umanità: Per questo amore e questa fedeltà "Dio lo esaltò e gli donò il Nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore ! A gloria di Dio Padre. "(Fil 2,9-11).