«Luoghi dell'infinito»
Editoriale
E’ l’ora zenit della storia. Nel silenzio di una semplice casa di Nazareth un’umile fanciulla riceve un inaudito saluto, uno sconvolgente annunzio di maternità. “Come è possibile?”, chiede. E l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35). “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Mirabile mysterium: meraviglioso mistero!
Chi mai potrà capire tutta la portata del realismo di questo evento? Chi mai potrà conoscere e narrare lo stupore di tutto l’universo davanti al Creatore che si fa creatura?
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«Se non ritornerete...». Nessuna delle religioni, prima e dopo Cristo, chiede di diventare bambini per conoscere Dio, per entrare nel suo Regno. Solo Gesù indica questa strada. Una proposta che suscitava e continua a suscitare scandalo. È lo scandalo che segna il destino di Adamo ed Eva: «Diventerete come Dio». L’aver colto il frutto proibito è il peccato di orgoglio: la creatura, che è sempre figlia, vuol ergersi a Creatore; l’infinitamente piccolo vuol farsi infinitamente grande; la fragilità e il limite scimmiottano l’onnipotenza. Il peccato originale è rifiutare il nostro essere figli.
E allora ecco l’impensabile: Dio stesso si fa figlio. Nel seno di Maria vive la meravigliosa avventura di piccola cellula che si fa embrione e poi feto e neonato: uomo e Dio fin dal suo minuscolo incipit.