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mercoledì 6 giugno 2012

CICLI DI VITA E RAPPORTI TRA GENERAZIONI - VII Festival dell'Economia a Trento e Rovereto (31 maggio/3 giugno) / 1

Altro che “crescita”.
È stata la parola “limite” la più pronunciata al Festival dell’economia di Trento con sorpresa di molti opinionisti e partecipanti. Consumare di più, produrre di più, risparmiare di meno sembra una litania d’altri tempi. Sale piene, invece, per chi indicò, non da ora, meno “spendi e spandi” e più sobrietà.
Iniziò Johan Galtung che prefigurò la caduta della Goldman Sachs, dopo il rovinoso tonfo dei fratelli Lehman che stiamo ancora pagando. I prodotti finanziari stanno inquinando il mercato e saranno guai per l’ultimo anello della catena. “Un’economia buona, proseguì il prof. norvegese, deve rispettare tre principi: diversità, simbiosi ed uguaglianza. Il capitalismo che conosciamo bene è esattamente il contrario”.

Sono tornato dalla sempre bella città di Trento dopo quattro giorni intensi di conferenze, scambi d’opinione e acquisti frenetici di libri. Organizzazione impeccabile come al solito ma i morsi della crisi si sono visti anche a Trento dove c’era molta meno gente del passato. Quest’anno il tema del Festival era il rapporto tra generazioni e lo scontro che sta maturando tra giovani e le due generazioni che li hanno preceduti. Il Festival ha il raro privilegio di mettere insieme grandi pensatori (c’erano due premi Nobel per l’economia e Serge Latouche), politici (Camusso, Fornero, Passera), banchiere e finanzieri (Profumo, Soros), imprenditori (De Benedetti) e decine di studiosi provenienti da Europa e USA. Il pubblico è colto, informato e preparato.

Il Festival dell'Economia edizione numero sette si è chiuso vantando numeri da record: aumento di presenze (60.000 visitatori di più?), sale sempre strapiene, giro d'affari in crescita (più 20%?) e una massiccia copertura giornalistica dell'evento da parte dei media nazionali (anche se a «tirare», provincialismo italico, è sempre e solo l'arrivo dei ministri).