UNA BELLA NOVITA'.
Le donne che diventano protagoniste nella vita delle chiese come in quella delle società civili
L’ingresso delle donne da protagoniste nella vita delle chiese come in quella delle società civili è segnale chiaro della grande trasformazione epocale che, a partire dagli ultimi due secoli, costruisce un futuro di novità.
Nel post:
- Una donna segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale francese e un inserto sull'Osservatore Romano;
- Un discorso sul divino in chiave femminista;
- Il convegno del Coordinamento Teologhe italiano;
- La rabbina Jonas nella Berlino nazista
Una donna segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale francese e un inserto sull'Osservatore Romano. Ma basterà davvero per rispondere alla «fuga delle quarantenni»?
Leggi tutto: Donne e Chiesa: è solo faccenda di ruoli? di Maria Elisabetta Gandolfi Le donne che diventano protagoniste nella vita delle chiese come in quella delle società civili
L’ingresso delle donne da protagoniste nella vita delle chiese come in quella delle società civili è segnale chiaro della grande trasformazione epocale che, a partire dagli ultimi due secoli, costruisce un futuro di novità.
Nel post:
- Una donna segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale francese e un inserto sull'Osservatore Romano;
- Un discorso sul divino in chiave femminista;
- Il convegno del Coordinamento Teologhe italiano;
- La rabbina Jonas nella Berlino nazista
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Una donna segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale francese e un inserto sull'Osservatore Romano. Ma basterà davvero per rispondere alla «fuga delle quarantenni»?
Un discorso sul divino in chiave femminista non può consistere semplicemente nel sostituire il linguaggio maschile con uno femminile, nell’usare “Madre” al posto di “Padre”. Il vero contributo della teologia femminista è infatti quello «di evidenziare la dinamica di potere inerente all’atto di parlare sul divino e di invitare le voci più diverse a partecipare alla discussione», imparando ad ascoltare e a valorizzare i molti nomi dati a Dio e, allo stesso tempo, a rispettare le molte persone che lo nominano. Il tutto nella consapevolezza che, se «il linguaggio su Dio è uno dei più difficili e pericolosi con cui lavorare, perché può tradursi in strutture oppressive quanto costituire un trampolino per la liberazione», la sfida deve essere quella di offrire al mondo «un linguaggio sul divino che abbia un significato rispetto a tanti messaggi di odio ispirati dalla destra e vomitati in nome di Dio». È questo il senso dell’intervento della teologa femminista Mary Hunt, co-fondatrice e co-direttrice della Women’s Alliance for Theology, Ethics and Ritual a Silver Spring, nel Maryland, pubblicato, col titolo “Un discorso femminista sul divino in un mondo post-moderno” sul numero 66 dei Quaderni di Teologia Pubblicadell’Instituto Humanitas Unisinos, l’Università gesuita del Vale do Rio dos Sinos, a São Leopoldo, nello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul (www.ihu.unisinos.br). Ne riportiamo qui di seguito ampi stralci, in una nostra traduzione dal portoghese. (fonte: ADISTA Claudia Fanti)
Leggi tutto: UN LINGUAGGIO FEMMINISTA SUL DIVINO
«Teologhe rileggono il Vaticano II. Assumere una storia, preparare il futuro» è il titolo del convegno teologico internazionale che si terrà dal 4 al 6 ottobre – dunque pochissimi giorni prima del 50° anniversario dell’avvio del Concilio Vaticano II - presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma, organizzato dal Coordinamento Teologhe italiano (Cti).
Leggi tutto: "Il Concilio ha valorizzato la differenza di genere"
Manca poco, ormai. Tutte le volte che lo pensiamo, ci tremano i polsi. Al convegno di ottobre si sono già iscritte quasi duecento persone. Ma: nell’evento che chiude il convegno riusciremo a riempire una sala da 1800 posti per esprimere, insieme a tanti altri, la fiducia e la speranza che la memoria del Concilio, nonostante tutto, riesce ancora ad infonderci?
Si sono iscritte al convegno teologhe che vengono da paesi molto lontani, perfino dell’emisfero sud, dove le risorse economiche non consentono certo a laiche e religiose impegnate nella vita della chiesa di darsi al lusso. Celebrare da donne l’apertura di un Concilio che, per la prima volta nella storia, sia pure timidamente, si è mostrato sensibile a un’umanità fatta anche di donne non è, infatti, un lusso.
Leggi tutto: Manca poco…
Donne. Un problema ovunque
La rabbina Jonas nella Berlino nazista
Il coraggio, l’intelligenza, la fedeltà di una donna che non volle rinunciare né allo studio, né alla fede, ma anche una tradizione più articolata di quella che immaginiamo.
con Haim Cipriani, Maria Teresa Milano, Ada Prisco
puntata di "Uomini e Profeti - RAI radiotre"
sabato 9 giugno 2012
Anche nel mondo religioso ebraico le donne mostrano una certa inquietudine: il loro ruolo mutato nella società non trova un corrispettivo nel mondo religioso, dove ancora il privilegio maschile, per quanto riguarda il ruolo negli studi e nella gestione della autorità spirituale non lascia spazio alla prospettiva femminile. Ma deve proprio essere così? Siamo sicuri che la tradizione autorizzi questa emarginazione intellettuale e spirituale della donna? Il rabbino “riformato” Haim Cipriani rilegge la tradizione in un’ottica femminile, scoprendo vi sono al suo interno posizioni aperte e accoglienti. Ne è prova anche una donna vissuta nella Berlino nazista, Regina Jonas, che studiò e divenne rabbina, scelse di rimanere nella sua città finché fu deportata a Terezin e fatta morire ad Auschwitz. Ma come mai cadde il silenzio su di lei? Perché nessuno ne ha risuscitato la storia, fino ai due ultimi libri recenti. Ospiti della puntata le due autrici: Maria Teresa Milano e Ada Prisco.
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Vedi anche il nostro precedente post: