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mercoledì 10 agosto 2011

LA TRAGEDIA NEL CORNO D'AFRICA - Dadaab: terra promessa

In una impeccabile divisa blu l’hostess recita: «Welcome on board on Unhas flight, destination Dadaab Airstrip». L’aereo del programma umanitario delle Nazioni Unite decolla e dopo un’ora appare Dadaab. Non é cambiato niente, la solita terra rossa, poche chiazze verdi - non piove molto da queste parti - e tante forme circolari bianche. Una, due, tre… centinaia. Sono le tende dei nuovi arrivati, da gennaio ad oggi un flusso costante di quasi 20mila persone al mese. Una colonna umana che dalla Somalia attraversa il confine e raggiunge il Kenya. Da Liboi, cittá keniota al confine meridionale della Somalia, ci sono quasi 80 chilometri d’inferno per arrivare a Dadaab. 
Dadaab è la destinazione, la loro terra promessa.
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Nel campo di Dadaab, in Kenya, cresce di ora in ora il numero di profughi somali che scappano dal loro paese in cerca di cibo e aiuti.


Ormai da alcuni giorni, ben oltre le questioni europee dei mercati finanziari, tutto il mondo è stato sconvolto dalla grande carestia che sta attraversando il Corno d'Africa. Sicuramente non è facile confrontarsi con una tragedia umana di così vasta portata, specialmente in un contesto culturale come il nostro. Eppure, sebbene non si tratti purtroppo di una novità, è quanto mai fondamentale arrestarsi un momento a osservare cosa stia accadendo laggiù.
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Ogni giorno continua il flusso di profughi somali nei campi sovraffollati di Dadaab, nel Nord-Est del Kenya, per fuggire dal violento conflitto in Somalia e dagli effetti devastanti della siccità e della carestia.



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