È difficile parlare di diversità senza pensare ai migranti con cui dobbiamo, anche se non vogliamo, “fare i conti”.
Dobbiamo accogliere, aiutare, accompagnare, integrare, non assimilare. Sono un invito ad aprirci, a metterci in discussione, a trovare soluzioni di mediazione.
Dobbiamo accogliere, aiutare, accompagnare, integrare, non assimilare. Sono un invito ad aprirci, a metterci in discussione, a trovare soluzioni di mediazione.
L’esito dei referendum di giugno e i commenti che ne sono seguiti mi hanno fatto pensare alla diversità in modo più ampio. Indubbiamente la Chiesa, i cristiani, le comunità parrocchiali sono stati determinanti nel raggiungimento del quorum. Tutto questo positivo movimento è frutto di una risvegliata voglia di partecipazione da parte dei cittadini, del lavoro capillare dei comitati referendari, ma anche di un lavoro di sensibilizzazione e formazione nel mondo ecclesiale. Sono stati tanti gli incontri fatti in diocesi e nel resto d’Italia che, con la “scusa” del referendum, hanno rimesso al centro la riflessione sui beni comuni e hanno permesso di fermarsi e di riflettere sulla vita concreta delle persone.
Purtroppo però nemmeno in questo caso i cristiani si ritrovano uniti. Ed ecco che la questione del “diverso” torna prepotentemente alla ribalta... Questa volta gli immigrati non c’entrano!
Leggi tutto: Dopo i referendum - Cattolici e laici: la paura del diverso di Gianmarco Marzocchini
Leggi le riflessioni sulla mobilitazione del mondo cattolico in occasione del referendum sull'acqua del 12 e 13 giugno di mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, apparse su Vita cattolica, rivista diocesana di Trieste.