... Se abbiamo capito bene l’ordine del giorno era questo: cosa possono o devono fare i cattolici impegnati in politica nel dopo berlusconismo? Nei giorni scorsi sullo stesso tema, un altro convegno “I cattolici e la politica”, dell’associazione Libertà Eguale in Valtellina, aperto da un’ampia e interessante relazione dell’ex direttore di Civiltà Cattolica, padre Bartolomeo Sorge...
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Oggi, non è possibile parlare della presenza dei «cattolici democratici» in politica facendo un discorso a parte, quasi si trattasse di un problema esclusivo, a sé stante. Al di là di alcuni orientamenti particolari che riguardano direttamente i cattolici, le considerazioni generali e di fondo valgono indistintamente per tutti i «riformisti», a prescindere dalla loro diversa matrice ideologica (1). Infatti, si tratta di affrontare tutta una serie di problemi impegnativi, alcuni dei quali sono di principio, altri invece riguardano piuttosto l'attuazione pratica. Si può parlare, in sostanza, di tre indicazioni principali, necessarie a consolidare una nuova presenza dei «riformisti» in politica, di cui l'Italia ha urgente bisogno; questa, cioè: 1) va costruita sulla base di un nuovo concetto di «laicità positiva»; 2) dipende da un comune «prudenziale giudizio storico» sulla situazione presente; 3) dovrà tenere conto di alcuni passaggi fondamentali.
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