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mercoledì 15 giugno 2011

Riflessioni sul dopo-referendum

Il missionario comboniano in prima fila da anni, in particolare sull’acqua pubblica, commenta i risultati dei referendum, che considera «un piccolo miracolo». E sottolinea l’importanza della mobilitazione del mondo cattolico e di quello missionario.

Laici e preti, suore e religiosi. Gruppi, movimenti, associazioni. Vescovi. C'è molto mondo cattolico nel raggiungimento del quorum. Ecco come e perchè.
Leggi tutto: Referendum, il ruolo dei cattolici

Video: l'intervento del presidente di Alternativa Giulietto Chiesa alla festa in piazza per la vittoria referendaria, 13 giugno 2011

I cittadini sanno dare messaggi chiari e trasversali
I risultati del referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi. Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo.
Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio.

Dal voto un segnale serio e scomodo
Vale, perciò, la pena di ripetersi: c’è una vasta e crescente insofferenza per la qualità della politica attuale e nessuno degli attuali protagonisti della scena politica – né i partiti di governo (che non entrano certo solo ora in difficoltà) né tutti gli altri (che non hanno ancora risolto la loro) – può illudersi che il fenomeno sia passeggero. Il fenomeno comincia adesso.

Video: Alle 16 numerosi romani si radunano davanti alla Bocca della Verità per festeggiare la vittoria referendaria

Nonostante il disinteresse delle televisioni, gli inviti ad andare al mare, la volontà del governo di non accorpare il referendum con le amministrative e la scelta di una data a metà di giugno (a scuole addirittura chiuse) più del 56 per cento degli elettori è andato a votare contro il ritorno del nucleare, per mantenere l’acqua pubblica e per non dare a Berlusconi uno scudo giudiziario capace di rinviare i processi.

Il voto di domenica e lunedì sui quesiti referendari mette in luce considerazioni che vanno ben al di là del risultato e della percentuale dei votanti. In primo luogo si è trattato di un chiaro segnale di speranza: la politica, intesa come partecipazione dei cittadini alla creazione del consenso attorno a decisioni importanti legate al bene comune, non è un qualcosa di estraneo, ma è il vero punto di incontro della volontà popolare, ben prima di qualsiasi schieramento o interesse di parte. In sostanza i referendum sono stati un interessante segno di come i cittadini hanno preso coscienza di questioni attorno alle quali la politica sovente viene percepita come distante o poco attenta.

Video: "L'alternativa è la sobrietà" di padre Alex Zanottelli